
DIRETTORE Giuseppe Bartolini guida il laboratorio del Buzzi Sotto un operatore al lavoro foto Luca Boldrini
Prato, 6 agosto 2015 - Il direttore del laboratorio di analisi del Buzzi, il professor Giuseppe Bartolini, vorrebbe lavorare quasi nell’ombra, senza vantarsi dei tanti meriti della sua struttura. Però a un certo momento gli scappa un sorriso quasi gongolante: "Qui ci sono macchinari che nelle altre scuole si vedono solo sui libri". Già, perché in pochi sanno che il BuzziLab di viale della Repubblica è un’eccellenza nazionale nel suo campo. Forte di due dotazioni: quella strumentale, all’avanguardia, e quella umana, frutto della formazione di generazioni di chimici usciti da qui.
Un laboratorio tanto avanzato da essere scelto da Gucci per una speciale sinergia: la maison fiorentina ha aperto il suo laboratorio proprio in questi locali, con suoi dipendenti e suoi macchinari, e qui, in viale della Repubblica, vengono testati da un punto di vista chimico e fisico i materiali che compongono i gioielli della moda di tutto il gruppo Kering (la holding che possiede tra le altre le griffe Gucci, Balenciaga, Saint Laurent, McQueen). Si prova che i colori tengano, che la pelle non si rovini per lo sfregamento continuo e così via. Segno di un’affidabilità ai massimi livelli.
Un laboratorio pubblico, è bene dirlo, che funziona meglio di tanti privati, capace di offrire nel suo “listino“ circa seicento test disponibili, dei quali 250 accreditati, capaci di rispondere alle norme più severe delle dogane del mondo. «Per esempio quelle cinese», spiega Bartolini, 60 anni, che al Buzzi si è diplomato e dove adesso insegna chimica analitica. Per certi versi sembra di essere tornati a quei tempi, quando si usciva dal Buzzi con un lavoro già in tasca: "Se oggi mi chiedessero un chimico disponibile, avrei difficoltà – spiega – sono tutti occupati. Ricordo che subito dopo il diploma io fui chiamato dal vicepreside di allora per una supplenza: mi ritrovai a insegnare alla quarta della mia stessa sezione, quindi ai compagni di classe dell’anno prima che erano bocciati". Una classe, quella di Bartolini, dove studiava anche Francesco Nuti e che ancora si ritrova ogni tre mesi a cena.
Una struttura finanziata anche dalla Regione da quando, nel 2012, venne istituito l’osservatorio sulla sicurezza dei prodotti della filiera moda, dove si arriva a 170mila test all’anno; trenta dipendenti, dei quali cinque a Biella, ha nel controllo sulla sicurezza, sulla qualità e sulle prestazioni il suo asso nella manica. Un cantiere aperto, oggi, con i lavori che porteranno gli attuali 850 metri a diventare 1.500 dopo l’estate, con razionalizzazione di spazi e aumento delle aree disponibili.
"In pratica – spiega Bartolini – ci occupiamo di tutta la filiera: dalla fibra al capo finito nel tessile, dalla pelle al prodotto finito di pelletteria, dalla pelle alla scarpa nel calzaturiero, che ha delle sue problematiche paritcolari. E seguiamo la galvanica, importante in Toscana con test sugli accessori metallici per la verifica del nichel o del piombo e sulle prestazioni come l’ossidazione degli accessori".
Un laboratorio dove ogni giorno i corrieri consegnano campioni in scatole marchiate Gucci, Armani, Bottega Veneta, Balenciaga, Prada, Saint Laurent, Dior, Chanel, Scervino, Max Mara, Ferragamo, Elena Mirò e tanti altri. "I fruitori del laboratorio – continua Bartolini – sono prevalentemente l’alta moda italiana e internazionale e la cosiddetta “supply chain”, cioè i fornitori dell’alta moda. Prima il distretto pratese costituiva l’80% del nostro fatturato, adesso è il 10%". Una grande capacità di attrazione che ha un altro piccolo segreto: il software utilizzato è fatto in casa e permette anche ai “clienti” di controllare in tempo reale le analisi sui loro campioni. Qui, insomma, la carta è bandita da tempo: tutto è digitale.
Trattandosi di una struttura pubblica, in realtà è fuori classifica. Il BuzziLab, però, con i suoi trenta dipendenti, può essere considerato tranquillamente una delle "aziende" più antiche del distretto tessile, se non la più antica in assoluto, poiché il laboratorio è stato fondato nel 1898. Peraltro è stato l’artefice del salvataggio del suo omologo di Biella, che fu rilevato mentre si trovava in difficoltà proprio dal Buzzi e oggi, con cinque dipendenti, lavora a pieno ritmo, potendo vantare di essere l’unico laboratorio europeo accreditato dal celeberrimo marchio Pura lana vergine.