Una valigia piena di sogni, una storia d’emigrazione e di riscatto dall’altra parte del mondo, mantenendo le proprie radici in Toscana. In fondo, più ‘contemporaneo’ di così? In un mondo sempre più globale, vuole parlare alle giovani generazioni Alfredo Volpi, con la sua parabola di artista internazionale che tende all’astratto nel momento in cui guarda alla tradizione italiana: da Giotto a Paolo Uccello, da De Chirico a Balla. "Per la prima personale in Italia di un grandissimo artista brasiliano come Alfredo Volpi, nato però a Lucca, non poteva esserci contesto più appropriato che il Centro Pecci, la casa della ricerca artistica contemporanea della Toscana – sottolinea il direttore del Centro Pecci Stefano Collicelli Cagol – Per tutto il 2024 il paesaggio e il territorio di questa regione saranno protagonisti della programmazione del Centro Pecci, in un rinnovato impegno dell’istituzione nel suo ruolo di sostegno e promozione dei linguaggi contemporanei". Il collegamento alla Toscana in chiave contemporanea rientra nelle nuove strategie di rilancio del centro di riferimento "La mostra di Alfredo Volpi - afferma Lorenzo Bini Smaghi, presidente della Fondazione per le Arti Contemporanee in Toscana - avvia il nuovo ciclo del Centro Pecci, con un consiglio di amministrazione rinnovato, che intende proseguire l’azione di rilancio del Museo per farlo diventare vero protagonista dell’arte contemporanea in Italia". Il catalogo della mostra, edito da Mousse Publishing, contiene i testi critici di Stefano Collicelli Cagol, Cristiano Raimondi, Daniel Donato Ribeiro, Virginia Magnaghi, Valeria Piccoli, oltre alle immagini delle opere esposte
m.l.