"Bilancio Pecci, cifre indifendibili" Cocci (FdI): "Si apra un dibattito"

Il consigliere: "Dal Comune 1,2 milioni, più le spese per le manutenzioni. E non c’è rapporto con la città. Politeama, Museo del Tessuto, Camerata: risultati migliori con risorse assai minori. E’ ora di parlarne". .

"Bilancio Pecci, cifre indifendibili"  Cocci (FdI): "Si apra un dibattito"
"Bilancio Pecci, cifre indifendibili" Cocci (FdI): "Si apra un dibattito"

Il bilancio consuntivo del Pecci 2022 conferma nel suo andamento una tendenza purtroppo negativa del settore cultura a Prato. I numeri sono emblematici: se da una parte è vero che sul risultato negativo ha pesato l’aumento dei costi dell’energia, dall’altra è altrettanto vero che gli introiti dalla vendita di biglietti sono molto bassi e non sono significativamente aumentati rispetto al 2021, periodo in cui c’era ancora l’emergenza Covid. Ovviamente le risorse pubbliche destinate alla cultura non devono essere improntate al profitto, ma numeri fortemente negativi sono indicatori di un’offerta culturale che non incontra l’interesse dei potenziali fruitori. Più in generale la situazione negativa del Pecci risulta in linea con la spesa per la cultura che il Comune di Prato sostiene. A parte i rilevanti contributi ordinari per le principali istituzioni (al Pecci dal Comune arrivano circa 1,2 milioni di euro), dal rendiconto di gestione si apprende che a fronte di 1,3 milioni di costi sostenuti per teatri, musei, pinacoteche, gallerie, mostre e spettacoli si ottengono proventi per 42mila euro: per ogni 100 euro spesi dal Comune in cultura se ne generano poco più di tre. Numeri assai deludenti che denotano come l’offerta culturale che il Comune finanzia, spesso ideologicamente influenzata, non trova sufficiente connessione con la cittadinanza, né con i turisti.

Il Comune è il maggiore finanziatore del Pecci. Di fronte ai risultati indifendibili dell’ultimo bilancio ci deve essere l’ammissione del fatto che qualcosa non funziona nell’offerta culturale del museo. L’amministrazione di centrosinistra ha il dovere di aprire una discussione, anche perché, oltre ai 1,2 milioni di contributi diretti, ci sono le spese in conto capitale che il Comune si impegna ogni anno a sostenere per il rifacimento di parti del museo: svariate decine se non centinaia di migliaia di euro.

Ci sono istituzioni culturali che in città riescono a generare risultati migliori con assai minori contributi. Mi riferisco, nelle dovute proporzioni, al Politeama, al Museo del Tessuto, alla Camerata. Anche per rispetto a queste istituzioni dobbiamo chiedere che la gestione del Pecci assuma un cambio di passo. Il centro per l’arte contemporanea deve trovare una nuova connessione con la città: i numeri del bilancio ci dicono che ad oggi il rapporto è ampiamente insufficiente. Forse neppure c’è,

Tommaso Cocci

Consigliere Comunale

Fratelli d’Italia