REDAZIONE PRATO

Banca fantasma cinese La Guardia di Finanza: "Monitoraggio continuo contro l’illegalità"

Non risulterebbero filiali clandestine reali a Prato: le Fiamme Gialle riportano il discorso a un ambito di "sistema globale" . Aldo Milone, ex assessore ‘sceriffo’: "La politica deve interrogarsi".

Banca fantasma cinese La Guardia di Finanza: "Monitoraggio continuo contro l’illegalità"

C’è anche Prato tra le molte città italiane citate nell’inchiesta pubblicata domenica da Repubblica e dedicata alla ‘banca clandestina’ cinese che avrebbe filiali fantasma in Italia per riciclare miliardi di euro verso le banche di Stato a Pechino. Se alla procura pratese non ci sono inchieste su una banca ‘fantasma’ in città, dalla Guardia di Finanza riportano il discorso nella sua dimensione, purtroppo, ‘naturale’: quella di un sistema globale e organizzato. Un contesto di illegalità che Prato conosce, e non certo da oggi. "Evasione fiscale, contraffazione, contrabbando, il fenomeno delle ditte apri e chiudi. Sono tutte attività che garantiscono un ‘flusso monetario di ritorno’. Tipologie di reato legate al riciclaggio. La nostra attenzione è costante verso questi reati che stiamo continuando a perseguire – spiega il comandante provinciale della Guardia di Finanza, il colonnello Enrico Blandini –: L’intera nostra attività quotidiana si concentra su questo contesto di illegalità per tutelare il distretto industriale e gli imprenditori onesti". Non aspettiamoci ‘filiali nascoste’ tra le strade pratesi, pare di capire. Meglio parlare forse di un sistema che garantisce un flusso di denaro illecito Italia-Cina.

Sul tema insiste Aldo Milone, responsabile regionale del Dipartimento Sicurezza e Immigrazione di Forza Italia, e che negli anni giunta Cenni era assessore alla sicurezza. "Ho portato avanti una dura lotta per combattere l’illegalità cinese presente nel nostro territorio che portava ovviamente ad accumulare milioni di euro, mediante l’evasione fiscale e lo sfruttamento dei clandestini nelle aziende orientali – ricorda Milone – Questi milioni di euro non venivano lasciati sul nostro territorio ma inviati in Cina anche attraverso money transfer, a conduzione cinese".

Milone ricorda report degli anni passati che hanno evidenziato un’evasione fiscale di un miliardo all’anno nel cosiddetto ‘distretto parallelo’- Quello cinese. "In quegli anni ho evidenziato più volte che questo trasferimento illegale comportava un danno economico per Prato perché erano risorse che mancavano al nostro territorio e a beneficiarne erano in pochi e non la gran parte della popolazione. Milioni di euro che mancavano alle casse del Comune. Mi duole constatare che questo sistema non è affatto tramontato". Conclude, Milone, chiamando in causa la politica, "anche quella locale", sia di centrodestra sia di centrosinistra, affinché "si interroghi su questo fenomeno e inizi a preoccuparsi".