
di Silvia Bini
Due territori affini, due città a confronto, simili per certi aspetti, differenti per altri. Prato e Carrara, due distretti industriali eccellenti: per i tessuti la prima, per il marmo la seconda. Andrea Balestri, per anni coordinatore di Pratofutura, poi al Centro studi dell’Unione Industriale Pratese e direttore di Assindustria di Massa Carrara, ha dedicato a questo parallelismo il suo ultimo libro in vendita alla Libreria Cattolica e intitolato ‘Tra Prato e Carrara. Tre passi nella storia e una finestra sul futuro della Toscana settentrionale’ edito dalla Società editrice apuana. Si tratta di 156 pagine in cui il raffronto fra le due realtà economiche e politiche coinvolge il lettore attraverso epoche e personaggi che vanno dalla rivoluzione industriale alle crisi economiche, dalla ricostruzione alla reindustrializzazione. Due realtà che in Toscana hanno sempre avuto molto da dire. "Il libro nasce da una molla interna: sentirsi addosso un pegno morale da pagare nei confronti delle due comunità che per 40 anni mi hanno dato l’opportunità di realizzare la mia vita professionale e sociale", dice Balestri. "Ho scelto di farlo con un contributo di idee e di riflessioni, è un po’ come a teatro, calato il sipario si torna sul palco per un inchino finale di ringraziamento".
Il libro è prima di tutto uno spunto di riflessione sulle opportunità sprecate e su quanto fatto di buono. Per non sbagliare in futuro. "Nel 1985 Prato era la Cenerentola degli stracci, oggi è riconosciuta come distretto tessile a livello europeo, ora c’è una consapevolezza che all’epoca non c’era", dice Balestri. "L’idea forse azzardata di mettere a confronto due realtà diverse nasce dalla mia esperienza personale; per scandagliare meglio una città è bene ricorre a termini di paragone offrendo un gioco di specchi che ne evidenzia contrasti e similitudini e quindi aiuta a conoscersi meglio". L’appello va alla classe dirigente e anche a tutti i pratesi che hanno voglia di leggere della loro città. "Il mio appello è proprio alla classe dirigente: industriali, politici, amministratori, dirigenti affinché tutti insieme si uniscano e diano vita a un metodo unico e unito di rilancio", aggiunge. "Di soldi nel corso degli anni ne sono arrivati tanti, oggi festeggiamo per i 10 milioni stanziati con la Legge di bilancio, ma nel Creaf ne abbiamo persi molti di più. Voglio dire, insomma, che non sempre i fondi arrivati hanno prodotto i risultati sperati. Se non vogliamo ripetere gli errori dovremo mettere in pratica la valutazione delle politiche pubbliche da parte di soggetti indipendenti, osservatori esterni che siano in grado di analizzare se quanto realizzato ha prodotto l’impatto voluto". Balestri si concentra anche su un altro punto: quello che riguarda l’area pubblica, il dibattito un tempo tanto gettonato e finito nel dimenticatio. "Rispetto al passato la vita collettiva interessa meno. Bisogna invece imparare l’esercizio di coinvolgere la comunità, renderla consapevole del percorso che si vuole affrontare". Il libro guarda al futuro ma propone una serie di flash storici: una scelta singolare. "Viviamo tempi in cui il futuro ci spaventa e si annuncia pieno di incertezze. Il passato, invece, ci rassicura e ci offre chiavi di lettura".