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Arteterapia a Montemurlo, un progetto di inclusione nelle scuole primarie

L'arteterapia arriva a Montemurlo nel 2021 come sportello gratuito di ascolto per bambini, ragazzi e giovani. Il laboratorio ha promosso l'inclusione degli alunni con certificazioni o fragilità, offrendo un canale nuovo e spontaneo per comunicare e sentirsi apprezzati.

Arteterapia a Montemurlo, un progetto di inclusione nelle scuole primarie

A Montemurlo l’arteterapia aiuta a fare inclusione. In alcune classi delle scuole primarie dell’istituto comprensivo ’Margherita Hack’ si è appena concluso un laboratorio di arteterapia, coordinato dalla terapeuta Margherita Tagliati e supervisionato dall’associazione Progress di Firenze. L’arteterapia arriva a Montemurlo nel 2021 durante il periodo della pandemia come sportello gratuito di ascolto per bambini, ragazzi e giovani, su iniziativa del Comune e di Progress, uno spazio espressivo di ascolto e vicinanza che utilizzava la creatività come metodologia di cura.

"Siamo felici che questa esperienza, nata durante i mesi difficili della pandemia, sia stata replicata a scuola - commenta l’assessore alle politiche sociali, Alberto Fanti -. Abbiamo visto come l’arte possa essere un valido antidoto contro l’isolamento e la paura. Con l’ arteterapia è stato possibile attivare il processo creativo, usando il linguaggio grafico, pittorico e la sperimentazione dei vari materiali artistici, per tirare fuori ansie e difficoltà e per sentirsi meno soli".

Lo stesso approccio è stato dunque riproposto a scuola per promuovere l’inclusione degli alunni con certificazioni o fragilità. Il laboratorio di arteterapia ha rappresentato un viaggio-gioco avventuroso, dove ogni volta è stato sperimentato un materiale artistico diverso ed una nuova tecnica creativa, un cammino dove i protagonisti erano proprio gli alunni con le loro creazioni, in un dialogo fatto di segni, colori ed espressioni. Un percorso artistico in un contesto accogliente e non giudicante nel quale gli alunni si sono sentiti liberi di esprimersi. Gli alunni più fragili hanno avuto un canale nuovo e spontaneo per comunicare e per essere visti, in molti di loro si leggeva la soddisfazione di sentirsi apprezzati dall’intera classe.