Turandot al Politeama: molto cinese, molto pratese. Ultima opera di Puccini, domenica pomeriggio alle 16 al Politeama Pratese, produzione di Pratolirica, in occasione del centenario della morte di Puccini, con alle 15 l’introduzione all’ascolto nel Ridotto del teatro con Goffredo Gori. L’opera restò incompiuta per la morte dell’autore il 29 novembre 1924 e per la morte scenica di Liù il 25 aprile 1926 in occasione della prima alla Scala di Milano, quando Arturo Toscanini lasciò la bacchetta e disse: "Qui l’opera finisce l’opera, qui è morto il maestro". Il coraggio del Principe Ignoto - Calaf qui interpretato da Jaebeom Park, il tenore che sfida la "principessa di gelo" Claire Nesti, soprano pratese, la protagonista; e il coraggio di Pratolirica, che allestisce l’opera più enigmatica, più moderna di Puccini che verrà rappresentata con il finale mancante completato da Franco Alfano (e Toscanini). Il coraggio anche del maestro Nicola Mottaran, titolare di cattedra di accompagnamento pianistico al conservatorio Boito di Parma, che attinge all’alveo di suoi allievi, molti stranieri, e di Mayumi Kuroki, che forma e dirige il Coro di Pratolirica: parti corali tra le più ardue e rivoluzionarie del teatro d’opera, con la scelta del finale completato da Alfano: l’opera sarà eseguita integralmente con l’accompagnamento del pianoforte e di altri strumenti, nella formula ormai sperimentata con successo da Pratolirica, una risorsa che dal 2013 ha offerto alla città ben nove titoli. Ancora occhi a mandorla: Liù – Rei Itoh (l’abbiamo già ascoltata il 5 luglio nello spettacolo pucciniano della Prato Estate di Verdianamente). La voce perentoria del Mandarino è di Shijin Liang, cinese da Parma. La tinta esotica è rinvigorita dal Gruppo di Danza Cinese di Cristina Ke e dalla performance di atleti arti marziali del Centro Wushu, con le scene e costumi di Elena Filippova Bellandi, per la regia di Astrid Hunstad.
La sorpresa è nella Canzone (cinese) del gelsomino, tema elaborato da Puccini, che sarà cantata dal coro di voci bianche della scuola di musica Verdi diretto da Rossella Targetti, con la Verdi che partecipa al progettio anche con strumentisti, alle percussioni e ai fiati. Artisti cinesi e artisti pratesi: Matteo Bagni, Matteo Benvenuti, David Madera, Francesca Papini, Cristina Pagni, Luis Moreno. Simbolo singolare della natura di questa Turandot: la parte solenne del vecchio Timur padre di Calaf, ha qui la voce di un pratese, valente professionista, Romano Martinuzzi che si trova accanto agli sghignazzi di Ping, interpretato dal figlio baritono Lorenzo Martinuzzi. Ma Turandot ha una storia forte che lega la nostra città a due miti pratesi dell’arte lirica: Iva Pacetti e Lando Bartolini su tutti. I bigllietti da 15 euro si acquistano su Ticketone.
Gofffedo Gori