Al Pecci le opere di Alfredo Volpi. Un grande artista da riscoprire

Apre oggi la prima mostra in Italia dedicata al pittore lucchese emigrato in Brasile e scomparso nel 1988. Da Morandi, a Cézanne e Paolo Uccello: nei suoi dipinti le emozioni trasformate in linea, forma e colore. .

Al Pecci le opere di Alfredo Volpi. Un grande artista  da riscoprire

Al Pecci le opere di Alfredo Volpi. Un grande artista da riscoprire

"Nessuno è profeta in patria" è un motto che gli sta cucito addosso. Quando si dice un artista italiano famoso all’estero ma il cui nome non dice granché a molti italiani. Per l’esattezza, Alfredo Volpi era toscano. Originario di Lucca, dove nacque nel 1896 per poi salire a bordo di una nave diretta in Brasile come fecero tanti emigrati italiani dell’epoca. Ora è il Pecci a dedicargli la prima retrospettiva in un’istituzione italiana con una mostra di oltre 70 opere a cura di Cristiano Raimondi, visitabile da oggi al 9 giugno, nel tentativo di rilanciare una nuova stagione espositiva. Dalle prime tempere degli anni ’40 fino alle opere più note degli anni ’70. "Alfredo Volpi: Lucca-São Paulo, 1896-1988" è un viaggio che riporta il pittore modernista brasiliano nella ‘sua’ Italia, alla scoperta delle radici culturali di un artista più volte accostato a Giorgio Morandi. In realtà Morandi fu per Volpi un riferimento al pari di Carrà, Matisse e Cézanne ma la scintilla per i maestri del passato scoccò nel 1950 durante un viaggio in Italia quando s’innamorò di Giotto, Paolo Uccello e Margaritone d’Arezzo, che gl’ispirarono la composizione di una tavolozza precisa e ‘geometrica’ capace di emozionare, dando origine a un linguaggio tutto proprio tra astrazione e figurazione. Nell’arte di Volpi le vigorose pennellate di colore convivono con il ricorrere di soggetti come le bandierine per le feste locali mutuate da certi motivi di Paolo Uccello, le facciate di case coloniali, gli striscioni dei quartieri popolari di San Paolo. Quattro le sezioni della mostra, "Paesaggi urbani e le prime facciate", "Facciate e schemi geometrici", "Bandierine e affreschi", "Iconografia religiosa". C’è il Volpi della prima ora che risente dell’influenza della cultura popolare mentre si muove nelle periferie di San Paolo. Piano piano le facciate iniziano a essere ridotte a elementi essenziali e la pittura evolve su una dimensione di "linea, forma e colore", per dirla con le parole dell’artista. C’è il Volpi ‘viaggiatore’ che arriva in Italia e inizia a rappresentare le facciate come schemi geometrici enfatizzando il colore.

Fu il critico Murilo Mendes, in occasione della prima personale di Volpi nel 1963 all’ambasciata del Brasile a Roma, ad avvicinare la figura di Volpi a quella di Morandi, affermando che la finestra sta al primo come la bottiglia al secondo: un pretesto per usare forme e colori. Un omaggio che ricorre nel 150° anniversario dall’inizio dell’immigrazione italiana in Brasile. Promossa da Fondazione per le arti contemporanee in Toscana, la mostra è sostenuta dall’ambasciata del Brasile, Istituto Alfredo Volpi de Arte Moderna, Almeida & Dale e Finarte: è visitabile dal giovedì alla domenica dalle 10 alle 19; il costo del biglietto è di 10 euro (intero), 7 euro (ridotto).

Maria Lardara