
"Nei quattro mesi a cavallo tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022, da quando è stata licenziata l’ex direttrice Perrella, al Pecci ci sono stati solo 2.755 visitatori, per un incasso totale di 13.913 euro. In pratica le entrate non sono bastate nemmeno per pagare le bollette della luce". E’ l’affondo del consigliere comunale della Lega, Marco Curcio, che va ad acuire un quadro estremamente complicato per il mondo della cultura cittadina. Dopo l’accesso agli atti dello stesso Curcio, dal quale è emerso che la mostra "Hi Woman!" a Palazzo Pretorio "ha incassato meno del 5% di quanto è costata", cioè a fronte di una spesa di 210.000 euro gli incassi erano stati inferiori a 10.000 euro (dati aggiornati a inizio marzo), ora riemergono le difficoltà del Pecci. Che si vanno a sommare anche alle dimissioni dello storico Walter Bernardi dalla presidenza della Fondazione Casa Pia dei Ceppi, in rotta con l’amministrazione comunale accusata di non volere investire su Palazzo Datini. "L’ex direttrice era stata licenziata, a dire del presidente Bini Smaghi, per non avere conseguito risultati soddisfacenti – attacca Curcio -. Con i dati precisi alla mano però emerge come negli ultimi quattro mesi le cose siano andate ancora peggio. Qui, tenendo conto anche dei giorni di chiusura, al Centro Pecci si registra una media inferiore ai 30 visitatori al giorno. E sottolineo che in questo numero ci sono pure i biglietti gratuiti. Perché quindi il presidente non prende posizione anche su questi numeri negativi?".
L’ex segretario comunale del Carroccio guarda anche al futuro del museo di viale della Repubblica. "Le prospettive non sono affatto rosee – sottolinea il leghista -. Ogni anno il Pecci riceve circa due milioni di euro di contributi pubblici, di cui più della metà versati direttamente dalle casse del Comune di Prato. I conti però sono sempre peggiori, perché costi sempre troppo elevati e incassi che vanno addirittura a peggiorare non aiutano il bilancio del museo". L’esponente del Carroccio quindi si domanda quali siano stati "i risultati finora conseguiti del nuovo direttore Cogol, che è stato nominato tre mesi fa ma da allora non risultano nuove iniziative in programma". "Manca quindi il cambio di passo annunciato da Bini Smaghi – conclude Curcio – ma non c’è da sorprendersi perchè il ‘direttore-fantasma’ non è stato nemmeno presentato alla città e si dice sia andato al Pecci molte meno volte di chi lo aveva preceduto".