LAURA NATOLI
Cronaca

Agente si spara con la pistola di ordinanza Tragedia al comando, Municipale sotto choc

L’uomo, 63 anni, si è chiuso nello spogliatoio e si è ucciso. Non ha lasciato biglietti. Poco prima aveva detto: "Vado a comprare l’acqua"

di Laura Natoli

PRATO

Ha detto ai colleghi che sarebbe andato a prendere una bottiglietta d’acqua prima di uscire per il servizio pomeridiano. "Volete qualcosa?", ha chiesto con la gentilezza di sempre. E’ uscito dalla stanza ma, non si è diretto al bar come aveva detto. Ha invece raggiunto l’armeria, ha prelevato la sua pistola di ordinanza, ha sceso le scale e si è chiuso nello spogliatoio. Poi si è sparato. Un colpo alla testa che non gli ha lasciato scampo. La tragedia ha travolto, ieri poco dopo le 14, il comando della polizia municipale di piazza Macelli. A togliersi la vita, nel luogo inj cui lavorava da una vita, è stato un agente di 63 anni, in servizio all’unità edilizia. Un dramma a cui adesso i carabinieri del Nucleo investigativo – incaricati delle indagini dal pm Lorenzo Boscagli – stanno cercando di dare una risposta.

Quello che è certo è che l’agente è entrato in servizio al comando di piazza Macelli alle 13,30. "Ha salutato tutti come sempre – raccontano i colleghi sotto choc – e si è andato a cambiare nello spogliatoio". L’agente – che faceva servizi operativi sul territorio – è rimasto per una decina di minuti insieme agli altri colleghi prima di dire che sarebbe andato a prendere l’acqua. Doveva uscire per un servizio intorno alle 15. L’ultima volta che le telecamere interne al comando lo hanno inquadrato è stato poco dopo le 14. Poi più nulla. L’uomo, che secondo quanto riferito in un primo frangente non aveva alcun problema particolare di salute né familiare, e che aveva sempre superato in maniera eccellente i test per il porto d’arma, è entrato nell’armeria e ha impugnato la pistola di ordinanza. E’ tornato al piano terreno dove si trova lo spogliatoio e si è chiuso dentro, senza dire una parola a nessuno. Una volta solo, ha rivolto la pistola verso se stesso e ha premuto il grilletto. I testimoni presenti all’interno del comando hanno riferito di aver sentito un forte rumore, ma nessuno sul momento ha capito che si trattava di uno sparo anche perché a quell’ora gli uffici sono pieni di gente e sono aperti al pubblico. Dunque la confusione è tanta. A fare la tragica scoperta sono stati alcuni agenti entrati nello spogliatoio per cambiarsi. La scena che si è presentata davanti a loro è stata agghiacciante: l’uomo era riverso a terra in un lago di sangue. La pistola vicina al cadavere. Subito è partito l’allarme: in piazza Macelli sono intervenuti due ambulanze, i carabinieri guidati dal comandante Francesco Zamponi, la Scientifica e il pm Lorenzo Boscagli. I medici non hanno potuto fare altro che costatare il decesso: il colpo è stato secco e mortale. La Scientifica ha effettuato i rilievi. Nel frattempo gli uffici sono stati chiusi per permettere le operazioni di rimozione della salma, eseguita dai servizi funebri della Misericordia, e per lasciare campo libero agli investigatori. Il pm ha disposto l’autopsia anche se non c’è alcun dubbio sulla dinamica. La notizia si è sparsa veloce. Al comando di piazza Macelli sono arrivati il sindaco Matteo Biffoni, gli assessori Flora Leoni (che ha delega alla polizia municipale) e Benedetta Squittieri.

L’uomo non ha lasciato nessun biglietto per spiegare il motivo del gesto estremo. Secondo quanto riferito da chi lo conosceva bene, non aveva mai manifestato i segni di un disagio particolare o di qualcosa che lo turbasse in modo significativo.

"Era una persona taciturna, molto chiusa, ma allo stesso tempo disponibile. Un gran lavoratore", così lo definiscono tutti coloro che lo hanno conosciuto. "E’ un dispiacere enorme, era un collega esperto che lavorava qui da tanti anni", dice il comandante della polizia municipale Marco Maccioni affranto dal dolore. "Era benvoluto da tutti. Niente lasciava presagire una tragedia simile. Siamo tramortiti dallo choc, non riusciamo a capacitarci come sia stato possibile". "E’ un immenso dolore, per la grande famiglia della polizia municipale", aggiunge il sindaco Matteo Biffoni che si è recato anche dalla famiglia dell’agente. "Siamo vicini alla moglie e ai figli per questa tragedia".