Addio a Renzo Cecchini. Cordoglio in città: "Il Met era la sua casa. Amato dagli artisti"

Lutto per la morte dello storico direttore tecnico. Nigro: "Era tanto bravo da essere richiesto per allestimenti in Europa". Giacomelli: "Ora raggiunge Roberta Betti, con lei ha condiviso l’amore per Prato".

Addio a Renzo Cecchini. Cordoglio in città: "Il Met era la sua casa. Amato dagli artisti"

Addio a Renzo Cecchini. Cordoglio in città: "Il Met era la sua casa. Amato dagli artisti"

Renzo Cecchini, storico direttore tecnico del Metastasio degli anni d’oro del teatro, e anche per molti anni dopo, è scomparso all’età di 78 anni non ancora compiuti. Pratese doc, era nato il 4 maggio 1946 ed è stato un uomo che si è fatto da solo, come ricorda uno tra gli amici di una vita, il professor Giampiero Nigro. La sua storia è partita dagli anni Settanta quando era dipendente comunale. "Quando l’ho conosciuto, il 1980, era stato, quasi per caso, trasferito al Metastasio e stava imparando l’arte di elettricista teatrale sotto la guida del mitico Polo Innocenti. Erano gli anni ruggenti del Met – ricorda Nigro – . Io ero assessore alla cultura, mentre vedevo che Renzo Cecchini stava crescendo sempre più rapidamente. Alla morte di Polo Innocenti era diventato il tecnico elettricista più apprezzato dai molti e famosi registi teatrali, che si avvicendavano nelle prestigiosissime produzioni del Metastasio". Una carriera costruita giorno per giorno tanto che Cecchini divenne così bravo da essere richiesto in diversi teatri europei per collaborare agli allestimenti. E’ stato direttore tecnico per decenni impegnato nelle messe in scena più importanti, mantenendo la fiducia di tanti direttori e presidenti. Ha collaborato con Roberta Betti alla riapertura del Politeama. Attaccatissimo alla sua Narnali, una volta in pensione si è dedicato alla riapertura dell’antico chiesino. "Eravamo legati da profondo affetto: la sua scomparsa era inattesa nonostante i naturali problemi dovuti all’età e ai postumi di un complicato intervento subito anni fa – aggiunge Nigro – Oltre al profondo attaccamento al suo lavoro, aveva un forte senso dell’amicizia".

Cordoglio e vicinanza alla famiglia arrivano da sindaco, giunta e presidente del consiglio comunale. Lo ricorda anche Antonello Giacomelli, commissario Agcom. "La vita di Renzo era il teatro. Era stimato da molti grandi registi ed attori ma lui non ha mai pensato di lasciare Prato, il Metastasio era la sua casa – ricorda –. Rimangono tanti ricordi di serate, discussioni su allestimenti e montaggi, scherzi organizzati e subìti con i soliti amici. Ora ha raggiunto Roberta Betti, con lei ha condiviso l’amore infinito per il teatro e per Prato". Un’affezione al teatro che rammenta anche Massimo Bressan, presidente della Fondazione Metastasio. "Di recente, in occasione della giornata Fai, è stato presente all’apertura del Fabbricone teatro e della attigua fabbrica. Si è complimentato su come il teatro è stato raccontato da uno dei nostri organizzatori, Corrado, che aveva conosciuto da giovane – dice – Il teatro era la sua casa e non ha mai mancato in questi anni di darmi suggerimenti, sebbene sia andato in pensione nel 2014 da quando ho ricoperto il ruolo di presidente. E’ stato un personaggio che ha fatto la storia del teatro, formando gran parte dei tecnici che sono da noi ora. Questa è la sua eredità". Da ieri la salma è esposta nelle cappelle del commiato alla Pubblica Assistenza. Cecchini lascia la moglie Manuela, la figlia Silvia e il nipote Alessio. Il funerale sarà officiato domani alle 10.30 nella chiesa di Narnali.

Sara Bessi