REDAZIONE PRATO

A scuola di montagna con le lezioni del Cai

Corso di alpinismo per evitare rischi e apprezzare la bellezza. Per le arrampicate falesie attrezzate a Figline e sotto Spazzavento

L’alpinismo è più vicino a Prato di quanto potrebbe sembrare grazie ai corsi del Cai e alle due falesie attrezzate per le arrampicate su roccia, una nell’ex cava di Figline e l’altra, intitolata a Malaparte, sul monte Le coste, sotto Spazzavento, con i nomi degli itinerari che si riferiscono alle opere delllo scrittore. La scuola del Cai "Emilio Bertini" organizza corsi di alpinismo, scialpinismo e arrampicata libera per tutti gli appassionati di montagna che vogliono apprendere le tecniche per cimentarsi in sicurezza su salite, piccole e grandi.

A spiegare l’attività è l’istruttore di alpinismo, Stefano Cambi: "I nostri corsi sono attualmente sospesi per l’emergenza Covid e le escursioni in montagna possono avvenire solo in cordate limitate, ma sono ripartite altre iniziative organizzate dal Cai di Prato. A frequentare il corso di alpinismo sono ogni anno una ventina di persone, sia uomini che donne. La parte teorica prevede 10 lezioni in aula sulla montagna a tutto tondo che vanno dalla storia dell’alpinismo al rispetto per l’ambiente, dalle condizioni meteo ai pericoli che si incontrano come slavine o caduta di massi, per passare poi alla parte pratica con 6-7 uscite con ascensioni su pareti di roccia o di ghiaccio".

Ai corsisti viene insegnato anche come ci si allena e ci si alimenta, inoltre un’intera serata viene dedicata al tema dei soccorsi. E’ infatti importante sapere la modalità con cui avvertire sia via telefono sia usando l’apposito fischietto. Infatti il segnale di un fischio a intervalli di 10 secondi per un minuto, vuol dire "ho bisogno di aiuto". E si impara come comportarsi in presenza dell’elicottero di soccorso. Cambi spiega che la parte pratica del corso avviene sulle palestre di roccia, le due pratesi e una terza a Monsummano, recuperata e attrezzata proprio dagli istruttori del Cai di Prato e utilizzata dalle scuole di alpinismo della Toscana e dell’Emilia Romagna.

"La maggioranza delle falesie in Italia sono di proprietà privata o demaniale, quindi vanno affrontate con le dovute precauzioni – precisa Cambi – presentano una serie di monotiri per salite individuali. Il fatto che siano state ripulite e preparate riduce i fattori di rischio, ma è sempre consigliato l’uso del casco". Svolgendosi, infatti, in ambienti aperti di falesia o di montagna, tali attività possono presentare, per loro stessa natura, margini di rischio che non possono essere del tutto eliminati e di cui si deve essere consapevoli.

"Dopo la palestra di roccia e il completamento del corso di due mesi, si passa – aggiunge l’istruttore – all’allenamento per le vie di più tiri, ogni allievo può andare su parete prima facili poi con difficoltà maggiore con qualcuno più esperto che guida la cordata. Per intenderci gli ex allievi cominciano ad arrampicarsi come secondi in cordata. Ogni uscita per la montagna comincia prima dell’alba, spesso alle 3-4 del mattino, serve esperienza, spirito di sacrificio e coscienza dei propri limiti. Conviene partire con gradualità nella scelta degli itinerari, dal più facile al più impegnativo. Una cosa che dico spesso ai corsisti è che in caso di pericolo o di meteo avverso, bisogna avere l’umiltà e il coraggio di tornare indietro. L’alpinismo può essere vissuto a tanti livelli, ognuno deve trovare il proprio, ma le emozioni che ti lascia la montagna sono impagabili. Sono belle la Retaia, le Dolomiti, le Apuane e anche l’Appennino che d’inverno è uno spettacolo". Per restare incantati basta andare a lezione e preparare lo zaino con il fischio in dotazione.

Elena Duranti