
Massimo Giomarelli, Gino Pasquetti e Pino Ricci
Prato, 15 luglio 2021 - Da mezzo secolo sempre lì, nello stesso fondo, sentinella di quella parte di via Niccolò Machiavelli che fa da spartiacque fra il centro e La Pietà. Oggi compie 50 anni "3001", negozio di parrucchiere tra i più conosciuti e a questo punto anche storici della città. Cominciarono Gino Pasquetti e Paolo Palmeri, nel 1971, poi nel corso degli anni Settanta si costituì la formazione che ancora oggi si stema barba e capelli a una clientela di aficionados: insieme allo stesso Gino, Pino Ricci e Massimo Giomarelli. "Da queste vetrine abbiamo visto la città cambiare – dicono i tre moschettieri di forbice e rasoio – purtroppo non sempre in meglio, ma comunque siamo stati testimoni di decenni di crescita della città. Ricordiamo ancora l’apertura del ponte XX Settembre...".
Del resto si sa, il negozio del barbiere è un osservatorio privilegiato perché qui si viene non solo per lo shampoo e il taglio, ma anche e soprattutto per il reapporto umano. Si parla, si legge il giornale - e qui La Nazione è sempre stata di casa – e si discute. Un po’ confessionale, un po’ circolo ricreativo, un po’ casa per tante persone. Soprattutto se questa casa è anche quella del calcio: questa bottega è sempre stata una succursale dello stadio Lungobisenzio, per lo stretto legame tra Gino e il Prato e per la sua lunga e salda amicizia con la famiglia Toccafondi, qui i giocatori si sono sempre fatti radere a dovere e qui si è discusso di gioie e dolori biancazzurri, tra le foto autografate alle pareti di Chechi e Vieri, il cui padre Bob è di casa da queste parti. Per anni è stato un rito ritrovarsi il martedì, dopo il giorno di chiusura, a discutere della prestazione dei lanieri la domenica precedente. "Vogliamo dire grazie ai nostri clienti per questi 50 anni – dicono in coro Gino, Pino e Massimo – Avremmo voluto festeggiare tutti insieme con un bel rinfresco qui in negozio ma purtroppo la situazione legata al Covid non ce lo permette quindi brindiamo con tutti voi tramite le pagine de La Nazione, alla nostra clientela eccellente e fedele, che abbiamo visto passare di generazione in generazione su queste sedie, dai nonni ai nipoti".
Luca Boldrini