Referendum, conto alla rovescia al via. Fusione dei Comuni, cresce il duello

Macelloni: "Per noi è una cosa seria che ha senso soltanto se i cittadini credono nel nostro progetto". Barbafieri plaude alla scelta della Regione di rendere nullo il voto se il Comune più piccolo dice no

Un seggio in cui si vota (foto d'archivio)

Un seggio in cui si vota (foto d'archivio)

Peccioli-Lajatico (Pisa), 30 settembre 2023 – Il giorno dopo il via libera del consiglio regionale al progetto di fusione tra i campanili di Peccioli e Lajatico ci sono le reazioni. C’è la traduzione in numeri, in passaggi e date di un processo che prima di ogni altra cosa deve convincere i cittadini dei due Comuni. Le affermazioni del presidente Eugenio Giani hanno ribadito l’intenzione di ascoltare la voce che uscirà dalle urne, frasi che hanno il sapore della garanzia soprattutto per Lajatico, il comune più piccolo per numero di residenti, che poteva rimanere schiacciato dal peso di Peccioli. "La posizione della Regione in merito alla interpretazione dell’esito del referendum – ha detto il sindaco di Lajatico Alessio Barbafieri – è garanzia del rispetto della volontà popolare, superando il divario tra i due comuni in termini di popolazione residente. Era un aspetto fondamentale da chiarire, in linea con quanto aveva richiesto il consiglio comunale all’unanimità".

Un tema , questo, emerso più volte durante i dibattiti di questi mesi. "Noi lo diciamo fin dall’inizio – aggiunge il sindaco di Peccioli Renzo Macelloni – per noi è una cosa seria che ha senso soltanto se i cittadini credono nel nostro progetto. Non si tratta di una garanzia per Lajatico ma per i cittadini tutti". Adesso ci saranno i tempi tecnici dettati dalla Regione: il referendum potrebbe svolgersi entro le prime due settimane di dicembre. E poi? Se dovesse vincere il sì il 23 febbraio le due amministrazioni andrebbero a estinguersi e il giorno successivo nascerebbe il nuovo Comune Alta Valdera guidato da un unico commissario fino alle elezioni amministrative di primavera.

Se dovesse vincere il no, rimane tutto come ora. Date che permetterebbero a Peccioli di partecipare al progetto oltre oceano a New York (previsto per metà febbraio). "Nel periodo di tempo tra il voto e l’arrivo del commissario – spiega Macelloni – si dovrà procedere alla scrittura dello Statuto e alla strutturazione del nuovo ente. Intanto nei mesi che precederanno il referendum spiegheremo bene ai cittadini in cosa consiste il nostro progetto. Sarà presentata una lista di governo, che si presenterà per gestire il nuovo Comune. I contrari? Dovranno spiegare come pensano di gestire il Comune da solo, senza fusione e senza le risorse che ne derivano. Il nostro è un progetto meditato e vorremmo che diventasse per la Toscana un vero e proprio caso studio". Le parole di Giani hanno rassicurato in parte anche il Comitato contrario alla fusione. "Che democrazia sarebbe stata altrimenti? – commentano da ‘Lajatico non è fusione’ –. Fin dall’inizio di questa vicenda però, si è notata la superficialità e l’assenza delle amministrazioni, sono mancate notizie, valutazioni, informazioni, tutto è stato deciso in operazioni di giunta". Tra i motivi di disappunto poi c’è il mancato incontro tra le istituzioni regionali e il comitato regolarmente costituito.

«Noi affronteremo il referendum coinvolgendo i cittadini in un costante e specifico chiarimento riguardo alle ragioni del no. Siamo delusi e amareggiati di fronte alla superficialità politica, speravamo che il tema trattato fosse dibattuto più incisivamente attraverso il confronto diretto con i cittadini, invece sono stati ascoltati soltanto i due sindaci e ciò ci sembra molto riduttivo". "Sarebbe stato più corretto – commenta il consigliere provinciale Paolo Moschi – inserire il progetto di fusione nei programmi elettorali dei candidati sindaci, invece di procedere con questi veri e propri colpi di mano di fine legislatura. Ricordiamo inoltre che la fusione è come un matrimonio dal quale però non è prevista la possibilità di divorzio. Per questo motivo mi sento di dover appoggiare l’azione del neonato Comitato "Lajatico non è fusione", di cittadini che vogliono bene al proprio territorio".