MICHELE QUIRICI
Cronaca

Vierucci, amico degli animali e grande penna

Medico condotto a Santo Pietro Belvedere, per tutta la sua vita si adoperò per gli ultimi. E diventò un simbolo anche per i suoi scritti

di Michele Quirici

Il medico del paese insieme al sindaco, al marescialo dei carabinieri, al prete ed al farmacista hanno sempre rappresentato in Italia, per molti anni un punto di riferimento per tutti. Il nostro territorio ha avuto grandi dottori che non si sono limitati ad esericitare la loro “condotta” ma sono andati molto oltre il compito che la comunità gli aveva assegnato. Uno dei più prestigiosi fu senz’altro Vieruccio Vierucci che nacque a Lari nel 1849 ed a soli 24 anni si laureò in Medicina. Il 2 settembre 1872 Vieruccio sposò la ventiquattrenne Livia Agostini figlia del dott. Francesco Maria e della nobile Laurinda Sani.

L’11 gennaio 1874 arrivò in casa Vierucci un fiocco rosa e la piccola Emma si unì alla famiglia. “Poco appresso” Livia “seguì il marito ad Orciatico, poi a Santo Pietro ed in ambedue questi paesi si fece amare da quante persone la conoscevano, come si era fatta sempre amare da quelle di Pisa ove nacque, e da quelle di Lari ove aveva parentele strettissime”. Rimasta nuovamente incinta il 17 gennaio 1878 dette alla luce un bambino dopo un “grave travaglio”. Livia percossa anche da una “pneumonite” si ammalò gravemente e dopo cinque giorni il destino disegnò l’epilogo di questa bella storia d’amore. Il necrologio di Livia fu scritto dall’amico Felice Tribolati grande letterato ed illustre avvocato. Nel 1882 Vierucci fondò e ne divenne presidente la Società di Mutuo Soccorso fra gli operai di Santo Pietro. La figlia Emma, intanto, si farà strada nel mondo della musica e nel 1895 conseguirà il diploma di maestra per l’insegnamento del pianoforte “all’istituto musicale di Lucca”. La perdita dell’amata consorte non fermò l’opera di Vierucci che nel 1894 pubblicò “Medicina domestica ad uso delle famiglie” e diventò collaboratore de “Il Corriere dell’Era” di Pontedera, de “Il Ponte di Pisa” e de “Il Mondo Animale” di Torino. Nel 1898 Vierucci fu nominato cavaliere della corona d’Italia “per le sue benemerenze come medico condotto” e l’anno successivo il dottore affrontò a Santo Pietro un’epidemia di “febbre tifoide” e di questa esperienza scriverà un piccolo opuscolo. I suoi assistiti non furono i soli destinatari delle sue attenzioni. Infatti, afferma Moreno Bertini, che ha tanto contribuito a riscoprire questa importante figura che Vierucci, sorretto da una grande fede religiosa per tutta la vita si dedicò ai più deboli e agli animali. Nei primi anni del novecento, pubblicò una serie di opuscoli dedicati a quest’ultimi. Il primo lo intitolò “Siate umani con le bestie” e lo scrisse con lo pseudonimo C. Curievi (anagramma del suo nome) come svelato da Bertini. Questa pubblicazione proiettò il dottore di Santo Pietro sul piano internazionale grazie alla conquista con questo libro della medaglia d’argento messa in palio dalla Società Protettrice degli animali di Parigi. Nel 1904 per la Lega scolastica di Santo Pietro scrisse “I cani” e “L’utilità degli uccelli”. Per la Lischi di Bagni di Casciana, due anni più tardi, realizzò “Note d’igiene e soccorsi d’urgenza”.

Su quest’ultima un giornale pisano scrisse: “L’Autore, desideroso sempre di rendere qualche servigio alla pubblica istruzione e alla salute pubblica, ha riunito ed esposto in un volumetto tascabile, in forma elegante e facile in modo da render piacevole la lettura o da esser compreso da tutti, non poche cognizioni scientifiche e numerose norme igieniche indispensabili a sapersi da ogni persona”. Vieruccio Vierucci morì il 5 agosto 1914 dopo una “lunga, insidiosa malattia”. Ad accompagnare il feretro “il popolo piangente” ed un imponente corteo e ci piace pensare anche alcuni animali.