Vespa World Days, da Palermo alla Germania: storie e passioni che si intrecciano a Pontedera

Il racconto di chi ha percorso migliaia di chilometri. Gruppo di tedeschi raccoglie fondi per l’Ucraina. Club di Arezzo: "Che bellezza guidarla"

Pontedera, 19 aprile 2024 – Percorrere chilometri per alimentare una passione, per ritrovare vecchi amici o per veicolare un messaggio attraverso i confini. Camminando tra le file di Vespa parcheggiate negli spazi assegnati in centro e nella zona del mercato è possibile imbattersi in ogni tipo di storia. Ogni Vespista ne nasconde una e bastano poche parole per spalancare una porta. "Credo che si diventi vespisti un po’ per caso – raccontano Antonio e Valentina arrivati a Pontedera da Palermo –. Antonio non è un appassionato di Vespa è appassionato della sua Vespa! Perché? Gliel’ha regalata suo padre per la laurea su mio suggerimento e da quel momento abbiamo la casa invasa da ogni tipo di gadget. Per me invece la dueruote Piaggio è sempre stata l’oggetto del desiderio della mia adolescenza. Adesso viaggiamo in sella, facciamo parte di un club e non manchiamo a nessun raduno". Il popolo della Vespa è fatto non solo di appassionati di motori ma soprattutto di persone che condividono lo stesso spirito di viaggio e di vita.

Vespisti in giro per Pontedera (Bongianni / Fotocronache Germogli)
Vespisti in giro per Pontedera (Bongianni / Fotocronache Germogli)

"Veniamo da Colonia, Germania – racconta Kitty Bee – e molte Vespe tedesche hanno sul davanti un banner con la bandiera dell’Ucraina. Si tratta di un progetto benefico di un nostro amico Bengt dell’officina Two Stroke Loft di Amburgo". Un’iniziativa cominciata con l’inizio dello scoppio della guerra in Ucraina che punta a raccogliere cibo, vestiti e soldi per le popolazioni colpite dal conflitto. "Il nostro è un messaggio di pace – continua Kitty – di solidarietà. In fondo lo spirito del vespista è questo. Siamo gemellati con un club di Firenze e c’è un mio amico italiano che mi dice sempre: Vespa e amicizia non conoscono confini. È esattamente così. Come sono diventata appassionata di questo mezzo? Mio nonno aveva una concessionaria e vendeva Vespa dopo la Seconda Guerra Mondiale. Per questo motivo, quando sento profumo di Vespa il mio cuore batte. È un amore profondo".

Se la Vespa è sinonimo di viaggio spesso è sinonimo anche di compagnia; perché chi si mette in marcia spesso è accompagnato da altri appassionati. Un’avventura che si presta alla condivisione delle gioie e dei sacrifici del tempo passato in sella. "Viaggiare in Vespa – raccontano Roberto Grotti, Davide Zappalorto e Vincenzo Fini del Vespa Club di Arezzo – vuol dire godersi il cambiamento del paesaggio, vuol dire fermarsi ogni volta che il panorama lo meriti, aspettare gli altri rimasti indietro, aiutarsi quando qualcuno ha un problema da risolvere. Nel nostro gruppo siamo fortunati perché siamo pronti a riparare qualsiasi guasto grazie ai maghi del garage, soci del club che portano dietro ogni tipo di attrezzo necessario. In Vespa siamo stati in Ungheria, abbiamo fatto la tre mari da Caserta alla Sicilia fino a Reggio Calabria e a Taranto. La Vespa ha il potere magico di distogliere i pensieri. Si ritorna giovani, con gli stessi scherzi tra i compagni di viaggio e quella goliardia da gita. Soltanto il riflesso nello specchietto retrovisore ti riporta alla realtà… almeno fino al viaggio successivo!"