"Un Paese tra fame e terrorismo" Il resoconto della missione Shalom

Il gruppo di volontari è rientrato dal Burkina Faso. Sotto la lente il difficile. andamento dei progetti

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"Una situazione allarmante". In un contesto molto difficile ha lavorato la missione umanitaria del Movimento Shalom in Burkina Faso, intrapresa da una delegazione composta da otto volontari. Il fondatore don Andrea Cristiani e il presidente Vieri Martini, accompagnati da Andrea Gozzini, Alessandro Degl’Innocenti, Ciro Farella, Renato Amoroso, Luciano Campinoti e Enrico Spinelli, si sono recati nel Paese sub-sahariano nonostante le grandi difficoltà legate al terrorismo jihadista. Il viaggio è stato organizzato con grande cura ed in massima riservatezza per tutelare i volontari. La permanenza si è concentrata nella capitale Ouagadougou ed in una trasferta scortata dalla gendarmerie ad ovest, nella città di Banfora. La ragione principale della spedizione stava nel finalizzare l’ennesimo risultato raggiunto dal “progetto acqua” del Movimento Shalom, che ha visto la fornitura di una trivella con l’apporto finanziario di oltre trecentomila euro della fondazione Aurora. Nel primo anno di funzionamento sono stati ben 50 i pozzi trivellati che hanno permesso di dare acqua a migliaia di persone in estrema povertà. "La situazione del Burkina Faso è sempre più allarmante- dichiara Vieri Martini presidente di Shalom - gli attacchi terroristici sempre più frequenti. La raccolta fondi lanciata dal Shalom prima della partenza della missione ha permesso a 1.500 persone di ricevere riso e olio per sopravvivere alcune settimane.