Un pomeriggio, un piccolo gruppo della classe è andato a visitare la Mensa della solidarietà di Pontedera. Antonietta e Stefania, due volontarie, ci hanno accolto spiegandoci che dal 1999 è nato questo servizio per garantire quotidianamente un pasto a chi non se lo può permettere. Inizialmente i pasti venivano consumati all’interno, dopo la pandemia alla mensa si offre la colazione e il pranzo e, qualche volta i bar donano cibo, quindi a turno qualcuno può avere anche la cena. Le volontarie ci hanno mostrato l’ambiente riservato alle docce prenotabili, di cui tutti possono usufruirne disponendo anche di asciugamani e vestiti puliti. Un aspetto che ci ha stupito è stato scoprire che i volontari danno il pasto a chiunque, con o senza il documento d’identità. Le persone che si presentano alla Mensa della solidarietà non sono solo stranieri come si potrebbe pensare, ma arrivano molti di Pontedera che sono obbligati a scegliere: pagare le bollette o mangiare. Chi frequenta la mensa ha anche l’opportunità di ricaricare il cellulare, unico mezzo per comunicare con i familiari. Nel 2023, la Mensa ha offerto 12.311 pasti. Gli ospiti italiani e quelli di altre nazionalità si equivalgono, prevalgono i maschi. I volontari sono il motore portante di questo servizio. Ciascuno di loro si sente meglio quando torna a casa: gratificato, sereno e fiero. I poveri non vanno ignorati ma aiutati, hanno bisogno di qualcuno che pensi a loro: i volontari sono quel "qualcuno" che fa la differenza.
CronacaUn luogo di dignità grazie all’aiuto dei tanti volontari