Sequestrate le nuove Topolino di Fiat Stellantis: “Marchio italiano, ma sono fatte in Marocco”

L’auto entra nel mirino dell’Agenzia delle Dogane di Livorno. La replica dell’azienda

La nuova Topolino: l'Agenzia delle Dogane di Livorno ha bloccato oltre cento mezzi arrivati dal Marocco. Questo perché la bandiera italiana sulla carrozzeria dell'auto è stata considerata fallace, visto che appunto la fabbricazione è in Nord Africa

La nuova Topolino: l'Agenzia delle Dogane di Livorno ha bloccato oltre cento mezzi arrivati dal Marocco. Questo perché la bandiera italiana sulla carrozzeria dell'auto è stata considerata fallace, visto che appunto la fabbricazione è in Nord Africa

Livorno, 18 maggio 2024 – Il sequestro è scattato una volta che le auto sono arrivate al porto di Livorno. La nuova Topolino, la micro car prodotta da Fiat Stellantis, è entrata nel mirino dell’Agenzia delle Dogane di Livorno. Sono 134 le vetture alle quali sono stati messi i sigilli.

Questo perché, sulla carrozzeria, compare una bandiera simbolo del made in Italy. Ma le auto vengono prodotte in Marocco. E infatti, via nave, era da lì che arrivavano, pronte per la commercializzazione.

La nuova Topolino
La nuova Topolino

Una vicenda sulla quale le indagini proseguono. Stellantis dal canto suo ha prodotto un comunicato in merito. Nel quale spiega che la bandiera è il simbolo dell’italianità dell’azienda ma che era stato chiaramente spiegato che la produzione sarebbe stata in Marocco. 

Stellantis rende noto del sequestro da parte dell’Agenzia “ritenendo che un piccolo adesivo riportante i colori della bandiera italiana apposto sulle portiere potesse costituire una fallace indicazione della origine dei beni. L’adesivo in questione aveva la sola finalità di indicare l’origine imprenditoriale del prodotto Infatti, il design della nuova Topolino, che è una auto storica per Fiat sin dal 1936, è stato ideato e sviluppato a Torino da un team di professionisti del Centro Stile Fiati di Stellantis Europe S.p.A., società italiana”.

Secondo Stellantis la comunicazione è stata chiara. L’azienda riferisce di aver apertamente detto che la produzione vera e propria sarebbe stata in Marocco. In ogni caso, prosegue la nota, l’azienda fa sapere che – previa autorizzazione – gli adesivi sulle auto sequestrate saranno rimossi.