ILARIA ULIVELLI
Cronaca

Punti d’intervento rapido. C’è un modello toscano salva pronto soccorso

Progetto sperimentale al via entro l’estate: ora 60 giorni per il progetto. Saranno realizzati in alcune case della salute per le urgenze meno gravi

Un'immagine del pronto soccorso di Careggi

Un'immagine del pronto soccorso di Careggi

Firenze, 19 maggio 2024 – Si chiameranno ‘Pir’. E saranno i Punti di intervento rapido che entro l’estate dovrebbero partire, in via sperimentale, in alcune case di comunità della Toscana, come era stato anticipato a gennaio scorso da La Nazione.

Si tratta di un primo passo per alleggerire la pressione sui pronto soccorso. Perché i Punti di intervento rapido avranno il compito di accogliere tempestivamente cittadini con problemi di salute non gravi ma che richiedono un intervento sanitario immediato.

Con una delibera approvata dalla giunta regionale, su proposta dell’assessore al diritto alla salute, Simone Bezzini, è stato dato il via alla progettazione dei Pir: ne è stata incaricata l’Asl Toscana centro. Entro sessanta giorni il progetto dovrà essere consegnato alla Regione per la valutazione. Il servizio farà parte del nuovo modello di assistenza territoriale che la Toscana sta mettendo a terra e sarà presto istituito, in via sperimentale, in alcune case di comunità.

I Pir territoriali avranno la funzione di garantire l’accessibilità, la tempestività delle cure e la continuità dei percorsi assistenziali. Aiuteranno la presa in carico dei cittadini nel momento di necessità. Con uno strumento che risponde ai bisogni di minore criticità o bassa complessità che avrà anche la funzione di alleggerire la pressione sui pronto soccorso favorendo la presa in carico dei pazienti a domicilio o presso le strutture territoriali del sistema sanitario.

La discussione sull’organizzazione dei Pir è già entrata nel vivo da diversi mesi con differenti punti di vista: ora è il momento di fare sintesi. I medici di famiglia spingono perché l’accesso ai Pir venga filtrato dal numero telefonico unico per l’assistenza 116117 che, almeno nelle premesse, rappresenta una semplificazione per i cittadini che dovrebbero essere indirizzati nel percorso corretto. Il presidente della Regione Eugenio Giani in relazione al servizio ha espresso il favore dell’accesso diretto per i cittadini che hanno bisogno, sulla stregua dell’esempio dell’ospedale di Figline Valdarno. Intanto ancora tutto dev’essere progettato, poi arriverà la fase della pianificazione e della messa a terra. Proprio nell’attesa della complessiva riorganizzazione della medicina territoriale anche con il servizio di guardia medica.

L’idea dei Pir era nata in seno al gruppo di lavoro regionale, ragionando sulla strada tracciata dall’Emilia Romagna che nel luglio dello scorso anno aveva varato la riforma del sistema di emergenza urgenza, facendo nascere i Cau. I centri di assistenza e urgenza sono attivi 7 giorni su 7, 24 ore al giorno in strutture che coprono un bacino d’utenza tra i 35 e i 75mila abitanti. Sono sorte nelle case della comunità ma anche in locali riconvertiti fra vecchi ospedali e ambulatori dismessi. Con personale medico, infermieristico, la possibilità di fare analisi ed esami. La risposta Toscana ai Cau sono proprio i Pir. E le prossime settimane saranno determinanti per delinearne il perimetro di funzionamento.