ILENIA PISTOLESI
Cronaca

Tutti i nodi della Rems del colle: "Aspettiamo la nuova struttura. Ma dal 2015 sembra indietreggiare"

Il garante Ezio Menzione: "Liste d’attesa lunghe. Per gli ingressi possono passare da 8 mesi a un anno" "Attualmente, lo spazio disponibile per entrambe le infermerie è assolutamente insufficiente".

L’ingresso alla Rems di Volterra

L’ingresso alla Rems di Volterra

La Rems sotto la lente del garante dei detenuti della struttura per pazienti psichiatrici autori di reato e della Fortezza, l’avvocato Ezio Menzione, che disegna una cornice nella quale persistono una sequela di criticità dovute in particolar modo agli ambienti.

Garante Menzione, la struttura è ancora provvisoria. "Dal 2015, non vi è l’ombra della prima pietra per la realizzazione della nuova Rems, che sembra aver indietreggiato piuttosto che avanzare. Quella di adesso doveva essere una struttura passeggera, che mostra per sua natura tutti i suoi limiti".

Quali? "Attualmente, lo spazio disponibile per entrambe le infermerie è assolutamente insufficiente. L’aspetto della struttura è vecchio, trascurato e talvolta abbandonato, in netto contrasto con le giuste aspettative dei pazienti, la dedizione del personale sanitario e i criteri di adeguatezza necessari per le attività psicoterapeutiche e riabilitative. Sottolineo inoltre che è presente un solo spazio comune e che lo spazio colloqui è poco più di un sottoscala".

E le sbarre? "Le sbarre alle finestre e i numerosi cancelli interni fanno sembrare la struttura più simile a un carcere, cosa che contrasta con i metodi terapeutici che invece puntano a favorire un certo senso di libertà per i pazienti, anche rispetto all’esterno".

Ci sono possibilità di migliorie a livello strutturale? "Sì, si potrebbero ricavare nuovi spazi con spese contenute".

E le liste di attesa? "Permangono per gli ingressi e dunque gli internati in attesa sono lasciati in carcere finché non si libera un posto. Possono passare da 8 mesi a un anno. Un’altra inutile e illegittima privazione della libertà si ha al momento in cui, pur essendo stati dichiarati dimettibili, in concreto non vengono spostati in strutture adeguate e aperte, anche luoghi di residenza, per mancanza delle stesse o perché si tarda a provvedere".

Oltre alle liste di attesa, esistono altri fattori che incidono sugli ingressi in Rems? "Sì, soprattutto da quando la giurisprudenza ha parificato il disturbo di personalità, uno o più, purché incidenti sul comportamento criminale posto in essere, con la vera e propria malattia mentale. Questo ha fatto crescere i numeri. Ha mutato anche la tipologia del paziente: fra quelli di oggi sono percentualmente aumentati quelli provenienti dalle file dei “criminali“ e comunque l’aspetto della criminalità ha un’incidenza maggiore sull’aspetto della malattia mentale. Basti pensare a chi proviene da esperienze di tossicodipendenza, spesso legate al disturbo di personalità. E’ cambiata la tipologia del paziente e si pongono problemi diversi".

Esiste un problema di sicurezza nella Rems? "Non si ravvisa ad ora questa tipologia di problema. L’ultimo episodio risale a un anno fa".

Su quali architravi poggia la Rems? "Nella capacità di addetti sanitari e assistenti, tutto è possibile grazie al loro grande lavoro".