Trenta milioni per aiutare il conciario in crisi

La proposta è contenuta in un emendamento al decreto "Sostegni bis" sottoscritto dai deputati del Pd: Ciampi, Cenni e Ceccanti

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SANTA CROCE

di Carlo Baroni

Aiuti alla moda in crisi. Un tassello strategico per due distretti toscani, quello di Santa Croce, travolto anche dallo scandalo Keu, e quello del tessile di Prato. Da qui la richiesta di trenta milioni di euro per sostenere per l’industria tessile e conciaria, duramente colpita dalla pandemia. E’ il contenuto, si apprende, di un emendamento al decreto Sostegni-bis, attualmente in discussione alla Camera, sottoscritto dai deputati del Partito democratico, Lucia Ciampi, Susanna Cenni e Stefano Ceccanti. "Questa proposta - dichiara Ciampi - nasce dalla necessità di aiutare quei distretti industriali, come quello di Santa Croce sull’Arno, che hanno avuto gravi cali di fatturato a causa del Covid. Le risorse stanziate saranno finalizzate alla realizzazione di progetti di ricerca e sviluppo nel settore tessile e conciario, a esclusione del territorio di Biella che ha già beneficiato di finanziamenti ad hoc nella scorsa legge di bilancio".

Poi una riflessione che fa seguito a polemiche e tensioni che hanno visto al centro il territorio delle pelle e del cuoio dopo l’inchiesta della procura antimafia di Firenze su traffico illecito di rifiuti e corruzione nel Comprensorio: "Faccio un appello alle altre forze politiche locali - ha concluso Ciampi – affinché mettano da parte le faziose e controproducenti posizioni strumentali di queste ultime settimane e sostengano l’emendamento. Il tessuto produttivo onesto della nostra provincia ha bisogno di aiuti concreti e non di polemiche dannose". Intanto ieri è tornato a riunirsi il Comitato d’area del distretto industriale di Santa Croce sull’Arno è tornato a riunirsi. Lo ha fatto per affrontare il tema caldo dell’occupazione legato alla conclusione del blocco dei licenziamenti. Molte concerie, calzaturifici e ditte di contoterzisti, stanno subendo una contrazione degli ordinativi dovuta alla situazione economica nazionale e soprattutto internazionale. Se per le aziende più grandi è facile immaginare una riduzione della necessità di manodopera, per una parte delle ditte che lavorano in conto terzi e per i calzaturieri il rischio è quello della chiusura definitiva.

La principale decisione emersa dal tavolo è quella di chiedere immediatamente un incontro tra una delegazione del Comitato d’area del distretto e la Regione Toscana, in particolare con gli assessori Marras e Nardini, per discutere di ammortizzatori sociali e formazione professionale. Se da un lato, infatti, c’è la necessità di sostenere immediatamente coloro che potrebbero perdere il posto di lavoro, in una visione di medio raggio è altrettanto necessario pensare ad una loro possibile ricollocazione sul mercato.