
di Michele Quirici
La nostra città ha ricevuto molte offese ma è sempre riuscita a voltare pagina. I bombardamenti del 1944, mai sufficientemente raccontati, sono stati un evento epocale che ha trasformato tutto: uomini e cose. Giorni terribili quando gli orecchi erano “puntati verso il cielo” da dove arrivarono la morte e la distruzione di gran parte della nostra Pontedera causando centinaia di morti e migliaia di sfollati. Dopo il sangue, il fuoco e la paura, un esodo verso le campagne vicine e lontane. Ognuno ha vissuto una storia diversa secondo il luogo che ha scelto o che il destino gli ha assegnato. Dopo la liberazione della Valdera gli alleati arrivarono a Pontedera il 18 luglio. Il fronte diventò l’Arno. In molti hanno raccontato quell’esperienza, ma in pochi hanno scritto e quasi nessuno ha avuto voglia, in quei giorni, di narrare le vicende mentre si stavano svolgendo.
È per tutto questo che la testimonianza di Faliero Fantozzi è importantissima. Un “Diario di Guerra” che racconta l’epopea di 71 persone in un rifugio a Montecalvoli durante 47 giorni con i tedeschi in casa e gli americani oltre l’Arno a cannoneggiare i luoghi tenuti dal nemico. Un racconto che restituisce bene il clima di quei giorni e ci fa assoporare l’amaro della guerra. Questo paese accolse molti sfollati e furono adattate cantine o improvvisati ambienti che provarono a riparare le persone. Il diario inizia con queste parole: "Qui sono descritti succintamente gli eventi dolorosi dei 47 giorni trascorsi a Montecalvoli nella cantina del Podere Pallesi in località Ambrogini. Questa cantina venne adattata a ricovero da un gruppo di uomini con tenace volontà per riparare i propri congiunti dalla furia della guerra che si avvicinava verso la metà di luglio. La cantina completamente scavata ai piedi di una collina, è un tunnel lungo circa 20 metri e largo 1,50; ai lati vi sono 6 cunicoli che servono da piccole stanzette (1,60x1,80 metri), il fondo di questa cantina non si può utilizzare perché vi è molto materiale messo al sicuro da Massei Egidio. L’aria e la luce vi entrano da un piccolo ingresso, non vi è quindi circolazione; ambiente insalubre, umido e caldo; ha la superficie di circa m quadri 45 e un volume d’aria di 100 m cubi; 71 persone vissero per 47 giorni in questa tomba!".
Di seguito Faliero elenca i nomi delle famiglie con il numero delle persone che la componevano: Fantozzi Michele di Pontedera (5), Degl’Innocenti Mario di Pontedera (3), Benvenuti Ottavio di Firenze (7), Chelli Felice di Pontedera (1), Fantozzi Faliero di Pontedera (5), Masoni Dino di Pontedera (4), Marinai Francesco di Usciana (4), Tinagli Alberto di Pontedera (4), Bertoncini Angelo di Pontedera (2), Salvadorini Oreste di Pontedera (4), Pratelli Fidio di Pontedera (2), Silvi Parisa di Pontedera (4), Fiorentini Anita di Pontedera (2), Cei Teresa di Pontedera (2), Cannata Santo di Usciana (3), Novi Federico (Biscaglia) di Usciana (2), Lucchesi Armando (Volata) di Usciana (9), Giusti Francesco di Pontedera (5), Cipolli Ettore di Pontedera (3).
"Inoltre ogni sera circa 10 persone di contadini vicini rimanevano a passare la notte. L’ingresso della cantina è abbastanza mimetizzato da una fitta vegetazione di canne e da un grosso nocio. Nei pressi due case di contadini, Pallesi e Guerra, e un po’ più a ponente (5060 metri) la casa di Grossi. Un pozzo vicino è la nostra sorgente d’acqua". Faliero racconta tutto e non tace su niente. L’epopea inizia il 16 luglio e termina il primo settembre mentre gli alleati stanno attraversando l’Arno.