
di Carlo Baroni
SANTA MARIA A MONTE
Un caso, quello della morte di Sara Scimmi, i cui contorni, vanno oltre il procedimento in corso in corte d’appello. Perché – come la famiglia grida da anni – sono tanti i punti rimasti oscuri della notte in cui la ragazza perse la vita. Il team di consulenti della famiglia ha trovato nuove tracce da seguire e le ha consegnate agli inquirenti: la 19enne sarebbe stata precedentemente scaricata da una macchina, rimasta sinora ignota, prima che il tir la investisse. Oggi, quell’auto avrebbe una targa, un colore, un modello. E un conducente. Così il gip di Firenze, si apprende, ha disposto la riapertura del fascicolo relativo alla morte della 19enne Sara Scimmi, che fu trovata morta il 9 settembre 2017 a Castelfiorentino, paese dove abitava, sulla strada regionale 429. Un fascicolo per omicidio che in passato era già stato aperto senza risultato. Il sostituto procuratore Ester Nocera nominerà a breve un proprio consulente, che avrà il compito di capire se il lavoro svolto dai consulenti della famiglia ha un suo fondamento. La famiglia Scimmi è seguita dall’avvocato Antonio Guglielmelli, e da Emme Team, società di consulenza statunitense. Le indagini di Emme Team, compiute attraverso tecnologie a disposizione negli Stati Uniti in materia di restauro video, nei mesi scorsi avrebbero "scoperto il modello dell’auto coinvolta nella morte di Sara Scimmi, arrivando a identificare targa e proprietario".
In particolare le indagini di Emme Team, avrebbero scoperto "l’identificazione di un’auto, presente all’interno delle riprese di videosorveglianza, che potrebbe aver trasportato Sara Scimmi fino al luogo dove perse la vita". "Nel frattempo - spiega una nota - nuovi testimoni di quella notte si sono fatti avanti e le perizie eseguite sui social network e sul telefono di Sara Scimmi, hanno permesso di acquisire elementi importanti. Dopo quasi sei anni, la famiglia ha l’occasione di portare a termine una lunga ed estenuante lotta per conoscere la verità ed ottenere giustizia". Nel frattempo è in corso il processo di appello relativo alla posizione di Milko Morelli, l’autotrasportatore di Santa Maria a Monte assolto in primo grado perché, secondo i giudici, non è certo se la ragazza fosse viva al momento in cui con il suo camion – nonostante un tentativo di frenata, dopo aver notato qualcosa in stradda – avrebbe colpito il corpo lungo la 429. Finora Morelli è stato l’unico imputato per la morte della 19enne.