Svela le foto della ex nuda. Finisce a processo per revenge porn. Patteggia sei mesi di reclusione

Immagini hot a corredo di un atto per il tribunale. Difeso dall’avvocato Gronchi ottiene sospensione della pena

COMPRENSORIO

Foto destinate a rimare private. Immagini scattate durante un rapporto sessuale, quando la relazione era ancora in piedi, tutto filava liscio e nulla faceva pensare che quei momenti non sarebbero rimasti "segreti". "Ritratti" che, dunque, facevano parte del loro privato, dell’intimità di coppia. Invece, quando il cielo s’è fatto grigio sul loro amore – secondo l’accusa – e dopo le prime ruggini si è scatenata la tempesta di carte bollate, e quelle foto, con lei nuda, sarebbero uscite dal cellulare per depositate in un atto. Senza il consenso della donna. Più precisamente, si apprende, queste immagini della donna sarebbero finite a corredo di una memoria prodotta dall’ex nell’ambito del procedimento in sede civile per l’affidamento del figlio dopo la separazione. Un passo che è valso ad un 40enne, residente nel Comprensorio del Cuoio (omettiamo ogni riferimento a tutela della parte offesa e del minore, figlio della coppia) l’accusa di "revenge porn", tradotto letteralmente significa "vendetta porno", che secondo il codice penale è quella condotta consistente nel vendicarsi di qualcuno (spesso l’ex partner) diffondendo materiale sessualmente connotato che lo ritrae. Questa l’accusa che portato l’uomo – difeso dall’avvocato Tommaso Gronchi – nell’aula penale del tribunale di Pisa. Si è trattato di un processo "lampo" davanti il giudice per l’udienza preliminare Susanna Messina – pubblico minsero Aldo Mantovani – che ha accolto il patteggiamento della pena "incartato" fra le parti: sei mesi di reclusione con la concessione della sospensione condizionale e 3mila euro di risarcimento del danno.

Carlo Baroni