Strage dei cavalli, manca un perché E la Procura chiede l’archiviazione

Diciannove esemplari in buona salute morirono sul colpo. "Non sappiamo se la causa fu dolosa o ambientale". La Onlus, che ora si è trasferita a Montaione, tramite i propri legali ha presentato istanza di opposizione

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La strage di cavalli rimasta una nebulosa senza spiegazioni si avvia all’archiviazione. La Procura ha richiesto l’archiviazione dell’indagine in merito alla scia di morte che ha insaguinato l’ex sede di Italian Horse Protection a Tignano, con 19 esemplari in buona salute stramazzati al suolo e deceduti d’un colpo. La Onlus, che dopo l’inspiegabile mattanza si è trasferita dal luglio scorso con i suoi cavalli a Montaione, tramite i propri legali ha presentato istanza di opposizione contro la richiesta di archiviazione. "La Procura di Pisa ha chiesto di archiviare il caso, senza che ad oggi sia stata fornita una spiegazione plausibile sulla causa delle morti. Non sappiamo neppure se la causa sia dolosa o ambientale – spiega il presidente di Ihp Sonny Richichi - Ci lascia perplessi la scelta dell’archiviazione, soprattutto perché successivamente a quelle morti in Toscana sono emersi fatti gravi relativi all’inquinamento ambientale: a Tignano non sono mai stati fatti accertamenti sui terreni, nonostante lo avessimo richiesto perché con le piogge e il calpestio, a più riprese, sono emersi rifiuti e sostanze sospette che probabilmente erano state seppellite in quei luoghi anni addietro.

Purtroppo, anche l’inchiesta Keu ci insegna che la Toscana, e in particolare la zona fra Empoli e Siena, non distante da Tignano, è stata teatro di gravissimi fatti in materia di avvelenamento del suolo. Abbiamo chiesto alla Procura di disporre carotaggi nelle zone dove sono morti i cavalli per andare a vedere se ci siano sostanze tossiche potenzialmente mortali per quel tipo di animali". Per Richichi, il riferimento al Keu "è solo un esempio eclatante di qualcosa che nessuno si aspettava di trovare. Ma restano anche molte altre aree scoperte delle indagini, e questo è dovuto alla mancanza di un coordinamento scientifico capace di gestire le fasi successive ai decessi: spesso le autopsie non sono state eseguite con la necessaria tempestività, sono state fatte ore o giorni dopo le morti, e questo ha fatto sì che alcune sostanze estremamente volatili, ad esempio il cianuro, risultassero impossibili da rintracciare. A questo punto non sapremo mai se qualcuno ha ucciso i nostri cavalli, ma chiediamo che ogni approfondimento ad oggi ancora esperibile venga fatto. A partire dalle analisi dei terreni. Fatto non trascurabile: dalla nostra partenza da Volterra, non è più morto un cavallo". Per il sindaco Giacomo Santi, "il territorio è sicuro e non vi sono elementi per lanciare sospetti su inquinamenti di vario genere. A Ihp va la nostra solidarietà per una vicenda così difficile".

Ilenia Pistolesi