CARLO BARONI
Cronaca

"Così ricostruirò la barriera corallina". La sfida dell’uomo che stampa il mondo in 3D

Da Pontedera a Hong Kong per una colossale impresa ambientale: "Con i miei moduli subacquei favorirò il ripopolamento ittico"

L’ingegnere di Pontedera, Enrico Dini

Pontedera (Pisa), 10 agosto 2021 - Mentre ha tutt’altro che abbandonato il sogno di realizzare, stampandolo in 3D, il primo villaggio lunare, troviamo Enrico Dini, 59enne ingegnere di Pontedera - il professionista che gli inglesi, da anni, hanno ribattezzato "l’uomo che stampa le case" – nel bel mezzo di un’altra avventura straordinaria.

Stavolta siamo nella baia di Hong Kong. Dalle stelle al mare, insomma, per realizzare nuove barriere coralline che favoriscano il ripopolamento ittico e salvino una grande risorsa del mare come le ostriche. "Case per i pesci" con tutte le caratteristiche per ricreare gli habitat della fauna marina. E Dini, di fondali, se ne intende: negli anni ha realizzato nuove barriere per Golfo di Bahrein, nel Principato di Monaco, o per la riserva del Larvotto, utilizzando il suo robot, D-Shape, la stampante che usa una miscela di sabbia e manganese come inchiostro.

A Hong Kong siamo sempre nella prima fase, quella sperimentale, partita nel febbraio scorso. "Si tratta di un progetto finanziato dall’airport autority di Hong Kong – spiega Dini –. Questa prima fase è consistita nel deposito di 50 moduli per il ripopolamento ittico, e di 50 moduli per l’allevamento delle ostriche, nelle prospicienze della costruenda terza corsia di atterraggio dell’aeroporto. Non sono blocchi stampati, ma sono comunque ad alto contenuto tecnologico". "Ora dobbiamo verificare che non ci siano problemi di affondamento nel fondale melmoso e, naturalmente, che i pesci si avvicinino e che le ostriche attecchiscano. Tutto è monitorato". Tra qualche mese saranno tirati i primi bilanci. "C’è grande aspettativa sulla validazione dei moduli – sottolinea Dini . Se il sistema funziona il secondo step (non prima del 2022) prevederà la costruzione di 60 ettari di barriera". E poi altri ancora. Il segreto di questi manufatti? "Un calcestruzzo ecologico – spiega l’ingegnere – frutto di un lungo studio abbinato ad un tecnica della fondazioni molto innovativa per il restauro marittimo e costiero. Nella seconda fase saranno innestate anche opere stampate in 3D".

"Un progetto – aggiunge ancora Dini – che si inserisce in quello che è stato il mio percorso fino a oggi: contrastare gli effetti dell’inquinamento. Nella baia di Hong Kong insistono decine di milioni di abitanti e le ostriche hanno un grande potere filtrante: quindi una forte capacità di depurare l’acqua e di chiarificarla. I pesci invece hanno la prerogativa di contrubuire ad aumentare le biomasse che come sappiamo cominciano a competere con la quantità di plastica che si trova in mare".

"Sono stato chiamato a partecipare per meriti sul campo – conclude – essendo stato il primo a stampare in 3D una barriera corallina". Ma Dini, l’ingegnere visionario, con la sua stampante ha già fatto rivivere in copia l’arco di Palmira e ha creato, stampandolo, il primo ponte pedonale a Madrid. Continuando a inseguire un sogno: la Luna e la creazione del primo villaggio lunare: strutture ‘a bolle chiuse’ costruite con blocchi di regolite, ovviamente, stampati sul posto. Anche questo, per Dini, "si può fare".