Una sequenza di maltrattamenti più psicologici che fisici, anche – si apprende – non sarebbero mancati alcuni schiaffoni. E fu proprio all’esito di uno di questi episodi che la moglie decise di sporgere querela, partirono le indagini, venne messa in una struttura protetta e il marito – un 60enne residente nel sud Italia – finì prima sotto indagine e poi a processo. Una storia di prevaricazioni, quella che secondo l’accusa vede l’uomo – difeso dall’avvocato Alessio Righini – responsabile di maltrattamenti in famiglia: sputi in faccia, insulti e richieste di denaro del quale si sarebbe approfittato in quanto affetto dalla malattia del gioco. Condotte che l’imputato, secondo l’accusa, non si sarebbe fatto scrupolo di tenere anche davanti al figlio minore.
Quei soldi, per lui, erano fondamentali per "bruciarli" nella ricerca di una fortuna che non è mai arrivata. Il processo è in corso davanti il giudice monocratico del tribunale di Pisa e alla prossima udienza sarà sentito un ultimo testimone e poi le parti procederanno con la discussione. Era stato chiesto anche’esame dell’imputato, ma l’uomo, pare, non sia intenzionato a sottoporsi alle domande delle parti. La ex moglie è costituita parte civile nel processo ed è rappresentata dall’avvocato Ivo Gronchi. I fatti sono avvenuti in Valdera e sarebbero andati avanti dal 2017 al 2019 quando, dopo la querela della donna, questa fu allontanata e messa al sicuro dagli inquirenti. Sostiene l’accusa il pubblico ministero Massimiliano Costabile.
C. B.