REDAZIONE PONTEDERA

Sos siccità, il Cecina soffre "È corsa contro il tempo"

Il livello della falda di Puretta, negli ultimi 15 giorni, è calato di 30 centimetri. Ponte di Ferro: 200 millimetri d’acqua rispetto agli 800 della media stagionale

VALDICECINA

Il letto del fiume Cecina è un deserto arso dal calore, la terra emana lamenti. A questa latitudine, il morso feroce della siccità rammenta le tremendi estati del 2017, 2012 e, andando ancor pià indietro, del 2003, quando la sete in Valdicecina galoppò in maniera incessante. I numeri restituiscono un’istantanea impietosa: il cielo è parco di piogge tanto che il livello della falda di Puretta, nell’arco degli ultimi 15 giorni, è calato di 30 centimetri. Giove Pluvio è desaparecido da mesi e al Ponte di Ferro il dato pluviometrico si attesa su 200 millimetri, rispetto agli 800 millimetri di acqua della media stagionale. Piogge praticamente dimezzate perché in tutta la Valle, dal gennaio 2021 al luglio 2022, è caduta a terra la metà di acqua che generalmentesi rovesciava al suolo. La situazione resta sotto controllo grazie ai cantieri che, un lustro fa, hanno consentito un approvvigionamento idrico con i pozzi del torrente Trossa, così da blindare i Comuni di Volterra e Pomarance da razionamenti robusti e ricorsi a cisterne di acqua. Ma se la siccità dovesse proseguire nel suo cammino spietato, già si fa strada l’ipotesi di ricorrere, come negli anni tremendi della grande siccità, all’apertura dei laghetti privati di Madonna Olli e Bellaria per restituire un minimo flusso vitale al fiume Cecina.

"I dati sono in linea con le stagioni siccitose patite dalla Valdicecina nel corso degli ultimi 20 anni – spiegano gli assessori all’ambiente Nicola Fabiani (Pomarance) e Davide Bettini (Volterra) – In questa corsa contro il tempo vengono in aiuto i lavori svolti nel 2017 per arginare situazioni al collasso. Ma non possiamo continuare a rincorrere le emergenze". E la via maestra per scongiurare il baratro delle crisi idriche si chiama invaso di Pian di Goro, progetto da tempo inserito fra i 15 interventi strategici dell’Autorità idrica toscana e che potrà raccogliere fra 8 e 10 milioni di metri cubi di acqua per assicurare la risorsa da monte a valle. "Sul progetto dell’invaso abbiamo chiesto l’apertura di un tavolo regionale, coinvolgendo anche la prefettura di Pisa e gli enti preposti in maniera tale da seguire l’intero cronoprogramma – proseguono gli assessori - Pian di Goro è forte di una prima progettazione del 2019 che è frutto di una convenzione stipulata fra il ministero delle infrastrutture e Asa, nata su spinta del Comune di Pomarance. Lo studio per la progettazione preliminare è stato affidato e sono partiti i primi saggi e le indagini geologiche e geognostiche. Questa partita cruciale deve essere chiusa, perché se non arriviamo a un progetto definitivo, non potranno essere chiesti finanziamenti". Ilenia Pistolesi