
Mentre per Riccardo Di Cicco, 64 anni, odontoiatra di Fucecchio (assistito dall’avvocato Giulio Venturi) la Cassazione ha annullato la sentenza della corte d’appello di Venezia, disponendo un nuovo processo, per il broker Michele Brotini, 51 anni di Santa Croce, ha depositato nei giorni scorsi le motivazioni con le quali nell’aprile scorso aveva mandato definitiva la condanna a 8 anni di reclusione per riciclaggio. Sono questi gli ulteriori passaggi davanti ai giudici dell’inchiesta su quei 33 miliardi di vecchie lire di cui l’ex boss della Mala del Brenta parlò con i magistrati veneziani, e che nel 2017 portò ad arresti e sequestri nel Valdarno.
Per quanto riguarda la posizione del broker gli armellini – vagliando il ricordo del difensore, avvocato Marco Rocchi – hanno fissato un punto centrale vagliando la doglianza relativa alla sostenuta contraddittorietà della motivazione: "il giudizio di affidabilità del Maniero non è stato pronunciato esclusivamente considerando i profili delle conseguenze scaturite dalle dichiarazioni – si legge –, ma operando una valutazione complessiva della tenuta logica di quelle dichiarazioni" che coinvolgevano Brotini, "difettando elementi per ipotizzare volontà calunniose" in danno del broker e trovando confermata l’attività di riciclaggio denunciata dal Maniero "nel complesso delle prove documentali" sul trasferimento di una massa ingente di capitali destinati in parte all’acquisto di beni immobili e di valore, per altra parte all’impiego in operazioni di investimento in Svizzera attraverso il cognato del Maniero. Ovvero il coimputato Di Cicco, reo confesso di aver riciclato, appunto, parte di quel denaro ma di averlo però restituito tutto a ’Felicetto’ . Tant’è che i giudici di Cassazione sottolineano come la corte abbia evidenziato le spiegazioni rese dal Di Cicco, descrivendo le attività del Brotini a cui si era affidato : "individuare gli istituti di credito dove aprire i rapporti di conto corrente" e lavorare "come strumento di collegamento tra il Di Cicco e la società di gestione che doveva operare sui conti".
E agli atti, rileva la Cassazione, ci sono "dati documentali di peculiare valore probatorio, che forniscono riscontri dettagliati e precisi alle dichiarazioni del Di Cicco". Tutti soldi che Maniero sostenne di aver affidato all’ex cognato Di Cicco che poi, con l’aiuto del broker, appunto, li avrebbe portati al sicuro in Svizzera. Di Cicco in appello è stato condannato a 4 anni di reclusione. Ma per lui la Cassazione ha disposto un nuovo processo. Il difensore aspetta di apprendere le motivazioni per capire su quali punti dovrà essere riesaminata la posizione del dentista.
Carlo Baroni