
Sara Cicciotto e Lorenzo Malacarne
Pontedera, 26 ottobre 2017 - Sulla morte di Sara Cicciotto e Lorenzo Malacarne, 17 anni lei, 18 lui – a poco più di un anno dal tragico incidente di via della Colline – ha fatto un primo passaggio nell’aula penale del tribunale di Pisa. Sul tavolo del gip Giuseppe Laghezza, ieri, è arrivata l’istanza di patteggiamento in fase di indagini preliminari, al quale il pm Flavia Alemi aveva dato parere favorevole, con la quale si chiedeva di chiudere il primo grado di giudizio con una pena finale di tre anni e sei mesi per Giuly Tuzzeo, 24 anni, pontederese, che il 6 luglio del 2016, travolse e uccise i due ragazzi in ebrezza alcolica, viaggiando ad una velocità superiore al limite consentito di 50 chilometri orari e invadendo la corsia di marcia opposta sulla quale viaggiava il ciclomotore condotto dal 18enne che stava tornando a casa, a Ponsacco, con a bordo la fidanzatina. Lorenzo Malcarne morì sul colpo, la ragazza rimase in agonia per quasi altre quarattott’ore.
Il giudice ha rigettato la proposta non ritenendola accoglibile sotto il profilo della quantificazione della pena, ed ha rinviato gli atti alla Procura per la fissazione dell’udienza preliminare. Nulla vieta, tuttavia, che la difesa della ragazza, affidata al penalista Gabriele Dell’Unto, possa riformularla davanti al gup. Sulla proposta di patteggiamento c’è stata la ferma opposizione dei legali delle parti offese. In particolare degli avvocati Gabriele Tremolanti e Claudio Selmi di Empoli che assistono genitori ed prossimi congiunti di Lorenzo Malacarne. Nella memoria sottoposta al giudice i due legali hanno contestato punto per punto la richiesta ritenendo incongrua la pena base per il più grave dei reati alla luce delle condotte della Tuzzeo: il tasso alcolemico rilevato anche tre ore dopo l’incidente, l’invasione di corsia, la velocità della Lancia Y che falciò lo scooter. I due legali hanno contestato anche la concessione delle attenuanti generiche grazie alle quali si sarebbe arrivati alla pena rigettata dal gip.
«Una pena non concepibile per il reato di plurimo omicidio stradale in stato di ebbrezza media – spiega l’avvocato Selmi – . Basti considerare che la pena massima è prevista in diciotto anni». L’udienza di ieri è stata anche carica di tensione per la presenza dei familiari dei ragazzi al primo passaggio in aula di una tragedia che ha bagnato di lacrime la Valdera ed ha costretto due famiglie a fare i conti con il più grave dei lutti. Un dolore tanto vivo e profondo che ha spinto qualcuno dei presenti ad alzare la voce all’indirizzo del difensore della Tuzzeo, quando il legale è uscito dall’aula. Difficile far capire che il cuore ed il diritto sono mondi spesso in collisione. Ma è così.