"Roberto incontrava persone, ma non so chi"

Delitto dell’argine dell’Arno: trovato un profilo di Dna. Il fratello per oltre un’ora ha risposto alle domande dei magistrati in Procura

CASTELFRANCO

di Carlo Baroni

Il movente del delitto di Roberto Checcucci potrebbe essere davvero nelle pieghe sconosciute della sua vita. Ignote anche alla famiglia. E su quelle, si apprende, hanno cercato di scavare a fondo il il procuratore capo di Pisa Alessandro Crini e il sostituto Fabio Pelosi che, insieme, hanno sentito a sommarie informazioni (quindi senza la presenza del legale di fiducia, avvocato Andrea Massaini) la madre 91enne per pochi minuti e il fratello della vittima per oltre un’ora. Qualcuno, probabilmente, il 53enne di Fucecchio, accoltellato a morte sull’argine dell’Arno a Castelfranco il 27 settembre scorso, incontrava durante le sue passeggiate "seriali e solitarie".

Qualcuno che neanche il fratello sa chi è. "Il mio assistito – spiega l’avvocato Massaini – ha ribadito e confermato quello che aveva già riferito ai carabinieri in caserma a San Miniato, ha ricostruito la storia della famiglia da quando da Firenze si sono trasferiti a Fucecchio, le attività lavorative, la personalità delle vittima, lo stato economico e indicato anche alcune ruggini della famiglia con altre persone". "Ha spiegato a fondo le abitudini del 53enne, l’assenza di relazioni sociali e sentimentali, ha ribadito di quelle passeggiate solitarie anche se lui gli diceva di andare in compagnia – aggiunge il legale –. Il signor Gilberto ha detto che sapeva che a volte incontrava persone. Conoscenze fatte forse camminando. Ma non sa e non ha mai saputo chi sono". E allora chi incontrava Roberto? Un elemento che, a questo punto, potrebbe segnale la svolta. Ora che un profilo di Dna, trovato sul corpo e non appartenente alla vittima, durante le indagini medico legale, è stato trovato. Profilo che potrebbe già essere oggetto di comparazioni.

"Il profilo di Dna è un elemento importante, un punto fermo per un’indagine molto complessa che la Procura sta conducendo con grande scrupolo – rileva Massaini –. Il mio assisto, anche per sgomberare il campo da ogni dubbio, ha ribadito ai magistrati che è pronto a sottoporsi al campionamento del Dna in qualsiasi momento. Comunque la Procura sta lavorando e, credo, alcune piste significative stiano emergendo". Piste che non escludono niente. Anche se ruggini o movente economico sembrerebbero sempre meno rilevanti, a fronte di scoprire eventuali conoscenze che potrebbero essere nate in quelle passeggiate. Una di queste potrebbe essere l’assassino.