
La revoca della cittadinanza onorario a Mussolini "scalda" la politica ed il duello tra Pd e Lega. Si torna a parlare anche della strage del Duomo e della lettura che la politica ha dato per oltre mezzo secolo, arrovellandosi sulla prima lapide senza mai riuscire a toiglierla. In nome della storia. Con 12 voti favorevoli (PD, Riformisti per San Miniato, Uniti si può e Cambiamenti), 3 contrari (Lega) e 1 astenuto (Forza Italia) è stata approvata dal consiglio comunale la mozione con cui si chiedeva la revoca della cittadinanza onoraria al Duce deliberata il 12 maggio 1924. "La storia si scrive ma non si cancella", tuona Roberto Ferraro del Caroccio che rileva: "per questo motivo mai abbiamo chiesto di rimuovere dai Loggiati di San Domenico la lapide che racconta la falsa narrazione della strage del Duomo e che contiene la vergognosa calunnia nei confronti del vescovo Ugo Giubbi . Quella lapide fu il frutto del pensiero e della volontà di una parte consistente dei cittadini dell’epoca, come la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini allora capo del governo fu il frutto del pensiero e della volontà di una parte consistente dei cittadini nell’anno 1924".
Ecco il punto. "Se il Pd invece crede che la storia possa essere cancellata, insieme alla revoca della cittadinanza onoraria a Mussolini, avrebbe dovuto proporre la immediata rimozione dai Loggiati di San Domenico della lapide che contiene una storia non vera – aggiunge Ferraro –. La Lega avrebbe approvato entrambi i provvedimenti. Ma così non è stato". Benzina sul fuoco. "Nessuno vuole cancellare un ventennio di storia italiana, come ci viene imputato, bensì pretendere e riconsegnare massimo rispetto e dignità all’onorificenza della cittadinanza onoraria del nostro Comune – spiegano il sindaco Simone Giglioli e il consigliere delegato alla memoria Michele Fiaschi -. La scelta compiuta dal consiglio comunale non è solo un atto simbolico rivolto al nostro tragico passato, ma vuole essere un’affermazione presente e futura di ripudio dell’odio razziale e della guerra, ricalcando i valori antifascisti che sanciscono la nostra Costituzione e il nostro Statuto Comunale".
"Voler riaffermare questi diritti in un momento così difficile – concludono Giglioli e Fiaschi –, non significa perdere tempo e non ci distoglie certo dalle nostre responsabilità di amministratori, come ci accusa la Lega, semmai ci fa sentire ancora più vicini e aderenti al nostro ruolo, ben consapevoli delle difficili sfide che ci attendono per riportare la fratellanza tra i popoli e dare alle future generazioni la certezza che i diritti umani saranno preservati". Ma per la Lega il "nodo" resta: "è il criterio dei due pesi e due misure".
Carlo Baroni