
Il pronto soccorso di Pontedera
Pontedera, 23 dicembre 2023 – La dottoressa Lucilla Furesi è la nuova primaria del pronto soccorso di Pontedera. Nata a San Gimignano, si è laureata a Siena nel 1986, dopo la specializzazione in medicina interna ha svolto diversi incarichi come specialista all’ospedale di Empoli, di Castelfiorentino dove ha cominciato ad esercitare anche al pronto soccorso per poi continuare in altri ospedali toscani.
L’attività al Lotti è iniziata nel 1999 e dal 2007 ha ricoperto l’incarico di vice direttrice della medicina e chirurgia d’accettazione e d’urgenza dell’ospedale pontederese e dal 2011 è responsabile della sezione Obi (osservazione breve intensiva). Ha svolto inoltre attività di tutor per il Formas nei progetti regionali di inserimento dei neo laureati e per gli specializzandi in medicina d’urgenza, oltre a attività di docenza. Ha al suo attivo numerose pubblicazioni.
Dottoressa Furesi, il periodo attuale si traduce in grandi carichi di lavoro al pronto soccorso. Qual è l’attuale fotografia del primo punto di accesso del Lotti?
"Non differisce dal quadro di altri pronto soccorso d’Italia. Il riacutizzarsi del Covid, seppur non in presenza di polmoniti serie, e l’onda influenzale rappresentano indici che fanno lievitare gli accessi al pronto soccorso, siano essi propri o impropri. Posso tranquillamente affermare che il pronto soccorso di Pontedera al momento riesce a gestire la situazione nelle proprie capacità, contando molto sul proprio personale in turno. Ma è probabile che durante le festività il quadro diventi più complesso. Ed è fisiologico, nei giorni di festa, basti fare un esempio, non ci sono i medici di base e i pazienti che non stanno bene ricorrono al pronto soccorso".
E il punto di forza del reparto?
"Il pronto soccorso vive di una grande solidarietà tra colleghi, di una capacità di darsi una mano a vicenda e da tempo abbiamo messo in atto strumenti che riescono a non far acutizzare la situazione di sovraffollamento. Mi riferisco, ad esempio, ai trasferimenti diretti alle cure intermedie, quando ne viene ravvisata la necessità, e a un consolidamento fra pronto soccorso e medicina di base".
Come sarà l’impronta che darà al pronto soccorso del Lotti?
"Proseguire nel solco del dialogo e della collaborazione con i reparti ospedalieri e con i medici di famiglia: hanno il mio cellulare, io il loro, e il contatto, posso assicurare, è frequente. Quindi andare a rafforzare ulteriormente il ponte fra pronto soccorso e medicina del territorio per i pazienti in entrata e uscita dal reparto attraverso un fattore in cui credo fermamente, i rapporti interpersonali. Lavoro a Pontedera da oltre venti anni e ormai è diventata la mia città. Il clima che si respira fra colleghi al pronto soccorso è decisamente intriso di buone relazioni".