
SANTA CROCE
Il suono della sirena di un’ambulanza della Misericordia, all’uscita del feretro dalla chiesa di Santa Cristiana, è stato come il riassunto di tutti i pianti. Di tutte le lacrime che Santa Croce ha versato per Piero Conservi, morto lunedì nel primo pomeriggio a causa di una malattia che l’aveva allontanato dalla vita pubblica da circa un anno. Una partecipazione corale, commossa e silenziosa. Decine le donne e gli uomini con le divise della Misericordia, della Pubblica Assistenza, dei Lupi e rappresentanti di tante associazioni. Tantissimi cittadini comuni, amici, colleghi tecnici.
In prima fila da una parte i familiari, la moglie Ornella e il figlio Filippo, dall’altra la sindaca Giulia Deidda con la fascia tricolore, l’ex sindaco Osvaldo Ciaponi, la giunta comunale, sindaci e assessori del comprensorio del Cuoio, i vertici dell’Arma dei carabinieri con il vicecomandante della compagnia capitano Davide Daini e il comandante della stazione di Santa Croce luogotenente Salvatore Serra. E poi il presidente del Comitato del carnevale Giorgio Bosco e i rappresentanti dei quattro gruppi. Pierino da lassù sicuramente ha visto tutto ed è stato felice.
Bellissime le parole del proposto don Donato Agostinelli all’omelia: "Piero a un certo punto della sua vita ha deciso che progettare case di mattoni non gli bastava più, ha cominciato a progettare case di carne, di relazioni, di rapporti umani e di impegno nella vita sociale; ha camminato andando incontro alla gente".
Alla fine della messa la sindaca Deidda ha ricordato Conservi (assessore nella sua prima giunta e, nel quinquennio precedente, suo collega nel secondo esecutivo del sindaco Osvaldo Ciaponi): "...Ricordo con affetto la sua giacca gialla della Protezione Civile, ben tenuta e sempre pronta all’uso, le nottate passate in Comune per far fronte alle emergenze per la neve o per la piena dell’Arno; situazioni difficili, ma c’era Piero e tutto si poteva affrontare e risolvere. Con il sorriso e la tenacia tipica di un uomo che trovava la massima felicità nell’aiutare gli altri e nel proteggere la sua città. Oggi siamo tutti più soli".
gabriele nuti