
Lo stabilimento Piaggio a Pontedera (foto d’archivio)
Nella giornata di venerdì si è tenuto l’esame congiunto che i sindacati avevano richiesto all’azienda per il ricorso alla cassa integrazione ordinaria annunciato nei giorni scorsi alla Piaggio di Pontedera, iniziata il 3 giugno e che coinvolge circa 250 lavoratori. A cui si lega anche il mancato rinnovo dei contratti per gli operai assunti a tempo determinato. "Abbiamo subito sollevato una questione di metodo – dicono le principali sigle sindacali Fim, Fiom e Uilm Pisa – non è più accettabile che la convocazione dell’esame congiunto avvenga a cassa già iniziata, rendendo di fatto inutile un confronto preventivo serio e rispettoso delle regole".
Quella della cassa integrazione in questi mesi estivi ha portato preoccupazione tra i lavoratori e le lavoratrici, che apre a nuovi interrogativi sul futuro dell’azienda e delle tute blu che lavorano a Pontedera. "Le organizzazioni sindacali presenti – continuano Fim, Fiom e Uilm – hanno espresso forte preoccupazione sia per il continuo ricorso agli ammortizzatori sociali, sia per l’incertezza legata ai piani futuri di investimento in un momento molto complicato, dovuto alla situazione geopolitica ed economica. In merito a questo tema abbiamo anticipato all’azienda che coinvolgeremo le strutture nazionali sul tavolo dell’osservatorio. Abbiamo ribadito la necessità di ricondurre la gestione degli istituti contrattuali ferie e permessi del personale impiegatizio all’interno del perimetro previsto dal CCNL scoraggiando pratiche e pressioni che riteniamo inaccettabili". Domani ci saranno le assemblee retribuite in fabbrica, saranno occasione per discutere di tutto ciò. "Infine – concludono i sindacati – abbiamo chiesto che per i lavoratori coinvolti in Cassa integrazione guadagni ordinaria (Cigo) fossero garantiti i ratei di tredicesima, ferie, Par e premio produzione. L’azienda ha risposto negativamente. Valuteremo insieme le azioni da intraprendere e ne discuteremo nelle assemblee già convocate per lunedì". Anche l’Usb ha ottenuto un incontro con l’azienda. "Come Usb – dicono – abbiamo espresso forti preoccupazioni sia per l’uscita dei lavoratori a tempo determinato, sia per l’attivazione dell’ammortizzatore sociale in un periodo che coincide con un picco produttivo. Nel corso del confronto abbiamo avanzato alcune proposte concrete: garantire la maturazione piena dei ratei durante i periodi di cassa integrazione, avviare una sperimentazione della settimana corta, in modo da ridurre l’impatto economico sulle buste paga e tutelare i salari delle lavoratrici e dei lavoratori".