Video cruenti: accusato di pedofilia, giovane arrestato

Guardava e diffondeva sul web materia le con vittime di meno di cinque anni. Blitz della polizia postale a Calcinaia

La polizia postale di Pisa in azione

La polizia postale di Pisa in azione

Calcinaia (Pisa), 25 luglio 2021 -  Non solo si abbassa vertiginosamente l’età dei bambini come vittime fisiche dell’abuso pedopornografico, ma si abbassa anche l’età dei fruitori: soli in casa, o comunque più esperti dei genitori nell’uso del computer, già hanno accesso a immagini terribili e crescono con una idea distorta del mondo. Succede anche qui. Per detenzione di materiale pedopornografico è stato arrestato nei giorni scorsi, alle prima luci dell’alba, un 20enne di Calcinaia, studente, che si trova ora agli arresti domiciliari. Nell’ambito del costante monitoraggio della Rete, al fine di combattere il fenomeno degli abusi minorili, gli agenti della polizia postale di Pisa, su mandato della Procura di Firenze, hanno eseguito la perquisizione a casa del ragazzo nell’ambito di un’operazione per il contrasto alla pedopornografia online. Il 20enne è stato arrestato in flagranza di reato, su disposizione della Procura di Pisa, per detenzione di centinaia di video e immagini pornografiche ottenute mediante lo sfruttamento di minorenni. Il materiale rinvenuto dagli investigatori della polizia postale sui computer e sullo smartphone dello studente, spiegano gli investigatori, "interessa bambini in tenerissima età, anche meno di 5 anni, impegnati in atti sessuali tra minori e con adulti, di una natura particolarmente grave e cruenta". Al ventenne, proprio in considerazione della sua giovane età, l’autorità giudiziaria ha applicato la misura degli arresti domiciliari. Tutto il materiale rinvenuto nei supporti informatici (finiti sotto sequestro) – una ingente quantità, si apprende, – sarà messo sotto la lente dagli investigatori, presumibilmente anche per tracciarlo e ricostruire la filiera che ha portato le orribili immagini nella disponibilità di un ragazzo.  

Non è la prima volta, è il caso di ricordare, che nel nostro territorio emergono inchieste sulla pedopornografia e non solo. Non più tardi di tre mesi fa la Polizia di Stato di Pisa ha individuato e indagato otto minorenni responsabili, a vario titolo, di gravi reati, tra cui – apprendemmo – diffusione di materiale pedopornografico, istigazione all’odio razziale per propaganda antisemita e detenzione illegale di strumenti atti all’offesa. In particolare nel cellulare di un adolescente c’erano chat condivise con alcuni compagni di classe che, secondo gli inquirenti, presentavano immagini ad esplicito contenuto pedopornografico: neonati abusati, elaborazioni grafiche di deep-nude e foto di pre-adolescenti in pose erotiche.  

Un anno fa esatto con un’altra operazione di polizia finirono indagati una ventina di minorenni in tutta Italia, di cui uno della provincia di Pisa. I ragazzini si scambiavano immagini con contenuti a carattere pedopornografico e "file gore", ultima frontiera della crudeltà, con video raccapriccianti. Non c’erano pupazzi e paesaggi colorati o palline da guidare verso le buche virtuali: ma suicidi e mutilazioni di ogni tipo, stupri e decapitazioni trovati nella parte più truculenta della rete, che gli stessi inquirenti definirono "una chat dell’orrore" usata da ragazzini, 17 anni il più anziano del gruppo, 13 i più piccoli. Ragazzi, questi, a vario titolo, che hanno incontrato in modo traumatico la “nudità del mondo”, che diventa orrore.