"Partita vinta grazie alla capacità di soffrire"

E’ un’aria ben diversa quella che si respira nella sala stampa rispetto ai due match casal...

E’ un’aria ben diversa quella che si respira nella sala stampa rispetto ai due match casalinghi precedenti. Massimiliano Canzi a dire il vero è sempre tranquillo, ma stavolta può tornare almeno ad analizzare un successo: "Questa gara l’abbiamo vinta prima di tutto con la capacità di soffrire dei ragazzi, poi, verso la fine del primo tempo abbiamo fatto un cambio tattico, una scelta più conservativa perché il Gubbio ci ha messo in difficoltà. Infatti ogni volta che i nostri avversari ripartivano volta che ripartivano davano l’impressione di farci male. Nella ripresa invece noi ci siamo abbassati, loro hanno avuto il pallino del gioco ma, paradossalmente, sono stati meno pericolosi". Il 2-1 sugli umbri (alla sesta sconfitta esterna consecutiva, settima considerando anche una gara di Coppa) allontana così gli spettri che lo 0-5 col Pescara di martedì poteva aver creato.

"Il 5-0 ad una squadra come la nostra che stava facendo bene – è ancora Canzi che parla - è inevitabile che lasci delle scorie. Anche se dopo quel k.o. devo dire che ho visto un Pontedera che ha perso con una certa dignità, senza fare scenate. Da lì ho capito di avere una squadra fatta da ragazzi perbene, e questo mi inorgoglisce. Oggi (ieri, ndr) era importante portare a casa il risultato e ci siamo riusciti soffrendo, ma so di avere un gruppo veramente forte, che non si tira mai indietro e che merita solo complimenti. Sono molto fiero di tutti". Poi sul portiere Lewis, che dopo la batosta pescarese è tornato in panchina per far spazi al debuttante Vivoli: "Le critiche a Lewis non mi interessano. Luca è un ragazzo serio che si allena bene. Ha preso 5 gol, che sono una cosa pesante, ma non certo per colpa sua, e chi sostiene questo significa che non capisce niente di calcio. Giocherà in Coppa martedì contro il Padova. Vivoli ha giocato semplicemente perché si è guadagnato una chance con le sue prestazioni".

Stefano Lemmi