
Marco Sturlese
Pontedera, 9 aprile 2016 - Il segreto del suo successo, oltre a indubbie e riconosciute doti intellettuali, è la riservatezza. Anche per questo, nella stretta cerchia di chi lo conosce, ieri mattina, alla vista dei primi cento nomi dei Panama Papers pubblicati dall’Espresso, c’è chi è trasecolato. Marco Sturlese, 50 anni tondi, residente a La Spezia ma con diversi interessi e affari a Pontedera, è nella lista più attenzionata del giorno.
C’è chi lo aveva visto brillare all’istituto commerciale di La Spezia nelle lezioni di tecnica bancaria e informatica e ora dice: «Era un genio»; chi fra i 750 concorrenti al concorso per 22 sportellisti in Carispe nel 1988 rimase abbagliato dalle sue performance.
Poi Marco Sturlese, attorno al 2000, se ne erano perse le tracce. Il volo professionale lo ha spiccato in direzione di Milano: nel cuore finanziario del Paese è stato dipendente di diverse banche (Intesa, Antoveneta), conferenziere e articolista in materia finanziaria, fino a mettersi in proprio, a costituire fondi finanziari e gestire gli investimenti di questi, alimentati dalle risorse in entrata raccolte sul mercato da soggetti istituzionali e a lui girati per farli rendere.
Lo abbiamo contattato dopo aver studiato alcune visure camerali da cui si desume l’ampiezza del suo operare nel campo finanziario e immobiliare: da Milano a Pontedera, passando per Spezia e il Lussemburgo, fino a perdere le sue tracce a Gibilterra. Un bel muoversi... per arrivare fino a Panama.
«Bisogna partire da Gibilterra per capire…» spiega accostato alla bandiera della città inglese, porta del Mediterraneo, che spicca nel suo ufficio, lì dove fino a due anni fa c’era una filiale di Cariparma.
«A Gibilterra hanno sede legale le società che gestiscono i fondi Lunezia e Nesso, di cui sono direttore. La legislazione del posto prevede che la gestione debba avvenire per il tramite di società di diritto inglese. Di qui il ricorso a un provider per generarne una nelle Isole Britanniche. Lui è appoggiato allo studio Mossack e Fonseca, che si è adoperato per la costituzione della società in questione Grifo Global Ltd… Tutto alla luce del sole e documentato», dice esibendo il suo curriculum europeo e l’allegato alla dichiarazione dei redditi che riconduce a lui la titolarità della società, fondata con 5mila euro.
Dunque? «Non sono un Paperon de’ Paperoni, ma un semplice consulente agli investimenti, specializzato nell’analisi dei derivati, che ha creato degli strumenti operativi tesi a far fruttare i soldi che vengono indirizzati nei fondi da soggetti istituzionali: banche, operatori titolati». Il suo reddito? «Pari a quello di un funzionario bancario».