Onori a chi ha guidato San Miniato. La festa per gli ex amministratori

Successo dell’evento all’auditorium Credit Agricole. Le parole del sindaco: "Un omaggio importante"

Onori a chi ha guidato San Miniato. La festa per gli ex amministratori

Successo dell’evento all’auditorium Credit Agricole. Le parole del sindaco: "Un omaggio importante"

Una festa per loro. Per chi ha guidato San Miniato in questi ottant’anni che ci separano dalla tragedia della guerra. Per chi c’è ancora e per quelli che ci hanno lasciato. La cerimonia si è aperta con gli interventi istituzionali del sindaco di San Miniato Simone Giglioli, di Matteo Betti. In dono una pergamena commemorativa ai familiari e agli eredi della prima giunta insediata dagli alleati il 5 agosto 1944, di cui facevano parte il sindaco Emilio Baglioni e i membri Alessio Alessi, Giulio Buggiani, Gino Giunti, Fioravante Mori (ex comandante partigiano), Ermanno Taviani (padre dei fratelli Taviani) e Genesio Ulivelli. Un riconoscimento speciale è stato attribuito agli eredi e familiari dei sindaci deceduti e ai sindaci ancora viventi: Concilio Salvadori sindaco negli anni 1945/1946, dal 1951 al 1954 e dal 1956 al 1958; Aurelio Giglioli sindaco nel 1946, Bruno Falaschi sindaco dal 1946 al 1951, dal 1954 al 1956 e dal 1960 al 1964), Benito Baldini sindaco dal 1958 al 1960; Nello Baldinotti sindaco dal 1964 al 1975; Luciano Nacci sindaco dal 1975 al 1985; Pier Luigi Tonelli sindaco dal 1985 al 1990; Alfonso Lippi sindaco dal 1990 al 1999; Angelo Frosini sindaco dal 1999 al 2009 e Vittorio Gabbanini sindaco dal 2009 al 2019. Menzione speciale per il consigliere e la consigliera viventi eletti più lontani nel tempo: premiati a pari merito Bruno Spagli e Renzo Ulivieri, eletti nel consiglio comunale del 1965, e Terzilia "Lia" Bertini e Alessandra Starnini elette entrambe nel 1975. "Era importante, nell’anniversario tondo degli 80 anni dalla Liberazione della nostra città, di rendere omaggio a tutti coloro che, nei decenni, hanno contribuito a creare la San Miniato di oggi, una città prospera, dinamica, una città del buon vivere che guarda al domani ma che non dimentica la propria storia e le proprie radici - ha detto Giglioli -. A partire dagli difficili del dopoguerra, con la sua comunità lacerata e ferita dalla tragedia della guerra e da un ventennio di dittatura fascista, furono tanti i sanminiatesi che si vollero occupare della cosa pubblica, per contribuire alla ricostruzione del Paese, nella democrazia, nella giustizia e nella libertà".

C. B.