CARLO BARONI
Cronaca

Omicidio Kalaveri, ecco la sentenza. Due ergastoli e pene fino a 27 anni

Ieri dopo le repliche, il dispositivo della Corte d’assise di Pisa sul delitto di Sasso Pisano del 2022

Due ergastoli per l’omicidio di Elson Kalaveri, che morì sotto una scarica di 16 colpi il 18 agosto del 2022. La corte d’assiste del tribunale di Pisa ha inflitto la massima pena a Qoli Shkelqim, 40 anni, di Castelnuovo, ritenuto essere il basista, colui che tese la trappola e condusse la vittima a Sasso Pisano per consentire la sua uccisione; e a Valentino Tarallo, ritenuto uno dei due sicari che tese l’agguato al kalaveri a bordo della Lancia Y nera. Il riconoscimento delle attenuanti generiche – in un caso equivalenti ed in uno prevalenti sull’aggravante della premeditazione – ha fissato la pena a 27 anni di reclusione per Deliu Shkelzen, alias Shkëlzen Keqi, che gli inquirenti indicano come il mandante del delitto, e a 24 anni per Giovanni Capone di Napoli, l’altro soggetto che viaggiava sull’auto dalla quale partì la scarica di fuoco. La corte ha inflitto 18 anni di reclusione a Ivan Tolomello, per il quale il pm aveva chiesto 16 anni di carcere in ragione della sua ridotta partecipazione al delitto e dell’atteggiamento collaborativo.

Tolomello, 45 anni di Marano di Napoli ammise subito di aver guidato la macchina per accompagnare i sicari in Toscana, specificando di non aver partecipato al delitto: "non so nulla dell’omicidio", disse nella sua deposizione poi "cristallizzata" in incidente probatorio. Il pm Dominijanni che, dopo la requisitoria di oltre tre ore di alcune settimane fa, ieri ha replicato prima che la corte si ritirasse, aveva chiesto la pena dell’ergastolo anche per Capone e Deliu Shkelzen: quest’ultimo indicato come il mandante dell’omicidio in nome del Kanun, il codice consuetudinario albanese che obbliga a vendicare l’uccisione di consanguinei: per l’accusa volle vendicare la morte del fratello ferito nel 2014 in Albania, durante una lite con Kalaveri, e poi deceduto nel 2019.

Un processo, questo, arrivato al primo grado, dopo una lunga istruttoria e un ampio duello in aula fra accusa e difesa. I legali di Giovanni Capone (difeso dagli avvocati Coppola e Procentese) e Valentino Tarallo (assistito dagli avvocati Luguori e Smarrazzo), ripercorrendo la vicenda, hanno sostenuto che l’istruttoria "si è conclusa senza il raggiungimento della prova certa in campo agli imputati", muovendo dubbi anche sul movente individuato dalla procura e sulle certezze degli inquirenti circa il riconoscimento dei soggetti del gruppo di fuoco. La corte ha condannato gli imputati al pagamento di una provvisionale sul risarcimento del danno di 100mila euro a favore della madre della vittima e di 25 mila per sorella e fratello.

Carlo Baroni