GABRIELE MASIERO
Cronaca

Niente primarie a Capannoli. Il Pd boccia la sindaca Cecchini

Avanti con la candidata Cionini, votazione, polemiche. Il primo cittadino: "Davvero amareggiata"

Niente primarie a Capannoli. Il Pd boccia la sindaca Cecchini

Niente primarie a Capannoli. Il Pd boccia la sindaca Cecchini

Il Pd tira dritto, ma va in pezzi a Capannoli. Barbara Cionini resta la candidata sindaca dopo il siluramento della sindaca uscente Arianna Cecchini e una settimana di confronti ad altissima tensione. L’assemblea comunale dem di giovedì sera suggella definitivamente la candidatura respingendo l’ipotesi di primarie richiesta da Cecchini nel tentativo di strappare il terzo mandato nonostante i no del partito. Il voto arrivato a notte fonda è netto e sancisce senza mezzi termini la spaccatura interna. Quindici dei 23 aventi diritto hanno infatti bocciato la strada delle primarie, due gli astenuti, altrettanti erano assenti mentre due componenti dell’assemblea hanno rassegnati le dimissioni.

Alla fine Cionini ha incassato 14 sì alla candidatura, chiudendo la partita. "Sono amareggiata - ha detto Cecchini - per le modalità con cui si è consumato questo strappo. Non mi riconosco nella comunità politica dentro la quale sono cresciuta e che trovo enormemente distante dalla comunità reale che ho amministrato fino a oggi. Il Pd oggi è governato da un gruppo di dirigenti che hanno preferito chiudersi a riccio e non sottoporsi al confronto. In fondo non volevamo altro che le primarie, uno strumento democratico che chiamasse gli elettori a esprimersi, non volevamo imporre la nostra candidatura come migliore di un’altra. E questo i capannolesi lo hanno capito bene".

La sindaca uscente ha poi aggiunto che si prenderà "alcuni giorni di riflessione per riposarsi e metabolizzare quanto accaduto" ed eventualmente decidere se continuare a essere in campo con una candidatura autonoma, peraltro evocata anche nelle precedenti riunioni dell’assemblea dem anche da Giuliano Nardini, padre di Alessandra, assessora regionale e tra i principali sostenitori del terzo mandato per Cecchini.

Ipotesi che, tuttavia, appare oggi improbabile. Nardini, da Santo Pietro Belvedere, che proprio a casa sua ha dovuto incassare una sconfitta politica bruciante, difficilmente potrebbe avallare, alla vigilia delle elezioni europee, una candidatura alternativa al Pd, anzi contro il suo stesso partito. Contro Cionini, ci sarebbero logiche correntizie tra schleininiani e bonacciniani e rancori personali. "Anche perché – commenta tagliente un dirigente dem – a Capannoli il partito si è riunito e ha votato 4 volte nelle ultime settimane e sempre con lo stesso esito. A Pisa, invece, città capoluogo di provincia dove abbiamo perso due volte di fila le elezioni, per colpa delle stesse divisioni tra dirigenti non riescono neppure a fare il congresso". All’assemblea comunale dell’altra sera era presente anche un esponente della commissione provinciale di garanzia, invitato dal segretario Alessandro Bacherotti che, regolamenti alla mano, ha condotto la nave in queste settimane burrascose. Nardini e Cecchini hanno abbandonato la riunione e sono volati gli stracci. Resta da capire se tutto questo caos avrà ripercussioni anche nelle urne, a giugno.