Morte di Sara Scimmi, l’autotrasportatore torna imputato davanti alla corte d’appello

Il 51enne in primo grado venne assolto dai giudici del tribunale

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Davanti ai giudici torna il prossimo anno, si apprende, a febbraio, il processo con al centro la morte di Sara Scimmi (nella foto). Sarà in corte d’appello perchè il pm Falcone ha appellato l’assoluzione di Milko Morelli (assistito dagli avvocati Cristina Bibolotti ed Elisabbetta Maccanti), l’autotrasportatore di Santa Maria a Monte che con il suo tir investì la giovane di Castelfiorentino la notte del 9 settembre del 2017. In primo grado, Morelli, 51 anni, fu riconosciuto non colpevole in quanto, secondo i giudici, non c’era prova che la ragazza, di appena 19 anni, fosse viva quando le ruote del mezzo pesante la schiacciarono. La pubblica accusa, che aveva chiestola condanna del Morelli a 5 anni, invece, ha ritenuto che le probabilità che Sara Scimmi avesse subito un primo urto a causa di un’auto transitata poco prima del mezzo pesante siano inferiori rispetto a quanto ritenuto dal collegio del tribunale. Secondo il pm gli elementi per affermarlo ci sarebbero già nei primi atti d’indagine: la convinzione degli investigatori che la ragazza fosse stata investita da un mezzo pesante si fondava, tra altri aspetti, anche sull’assenza sulla scena di frammenti, mentre con l’investimento di un veicolo si sarebbero prodotte delle tracce, seppur minime. Nessun mezzo, secondo gli inquirenti, se non quello del Morelli, aveva lasciato tracce potenzialmente attribuibili a frenate o a qualche impatto. La procura contesta la sentenza di primo grado, che vede in un precedente incidente, ad opera di un’auto rimasta ignota, la causa della caduta della giovane sulla linea di mezzeria. Una vicenda, quella della morte della ragazza avvenuta in una notte che resta comunque carica di misteri sui quali la famiglia chiede da anni di fare luce.

C. B.