LUCA BONGIANNI
Cronaca

Mercato ortofrutticolo al bivio: "L’area individuata è ottima. Ma le spese saranno enormi"

La vecchia struttura sarà liberata a breve per lasciare il posto al cantiere del PalaAcqua. L’allarme delle aziende: "Il Comune ci ha fornito solo il suolo. Serviranno grossi investimenti".

Mercato ortofrutticolo al bivio: "L’area individuata è ottima. Ma le spese saranno enormi"

Giorni contati per il mercato ortofrutticolo comunale di Fuori del Ponte. Ieri mattina le prime ruspe hanno iniziato a scavare (nella foto) in vista dell’allestimento del cantiere per la realizzazione del nuovo impianto sportivo che nascerà tra via Pacinotti e il Teatro Era. Ma se tra due settimane il mercato ortofrutticolo verrà chiuso e poi abbattuto per fare spazio al nuovo PalAcqua, la soluzione che l’amministrazione comunale ha prospettato alle tre aziende che operano nel mondo della frutta e della verdura, non è piaciuta. Non tanto per la nuova area individuata, quella del quadrante più est di piazza del mercato (dove venne ospitato anche l’hub vaccinale durante la pandemia), quanto per i costi che queste aziende sarebbero obbligate a farsi carico per lo spostamento dei magazzini e per l’affitto di un’eventuale tensostruttura.

"L’area individuata e per il quale il Comune ci darebbe suolo pubblico gratuito per 30 anni è ottima e non sarebbe certo questo il problema – spiega al termine di un incontro avuto ieri mattina con il sindaco Matteo Franconi, Annalisa Colombini, una dipendente di una delle tre aziende che operano all’interno della cooperativa del mercato e che si è fatta portavoce di tutti gli altri colleghi –. In piazza del mercato ci sarebbe anche una migliore viabilità e la posizione è strategica. Il problema grande è un altro. Il Comune si limita a darci il suolo pubblico gratuito, tutte le altre spese per il trasloco e l’affitto della struttura mobile dobbiamo assumercele noi che in questo momento non abbiamo certe disponibilità economiche". Del mercato ortofrutticolo nato ormai oltre 50 anni fa nel cuore di Fuori del Ponte sono rimaste tre aziende, delle 7-8 aziende che ne facevano parte in origine. Qui ogni mattina dalle 5.30 alle 9-9.30 arrivano gli agricoltori dei paesi vicini a vendere la loro frutta e verdura e poi i vari supermercati a comprarla, per portarla nei propri negozi. Il rischio adesso è che almeno due di questi magazzini chiudano la saracinesca lasciando a casa quattro famiglie di lavoratori, oltre ai titolari.

"Parlo da dipendente – dice preoccupata Colombini – se le nostre aziende non sono in grado di sostenere questi elevati costi, che sono di circa 50.000 euro per magazzino, per spostare le celle frigorifere e tutto il resto noi smettiamo di lavorare. E dove andiamo troviamo occupazione alla nostra età? Siamo quasi tutti ultracinquantenni. E se poi resta un solo magazzino? Diventa un monopolio e sparisce pure la concorrenza, con i prezzi di frutta e verdura destinati a salire".