di Luca Bongianni
La città si è fermata ieri pomeriggio. Stretta in un commovente silenzio si è unita attorno alla salma di Lorenzo Bellucci, 15enne morto venerdì sera in seguito ad un tragico incidente stradale mentre era in sella al suo motorino. Il duomo di Pontedera non è riuscito a contenere le centinaia di persone, tantissimi ragazzi e ragazze, che hanno voluto dare l’ultimo saluto a Lorenzo. C’erano i compagni di classe dell’Iti Marconi, dove Lorenzo frequentava la 2a Eit, i ragazzi del catechismo, i compagni di squadra della Bellaria Rugby, tanti amici e conoscenti. E poi il sindaco Matteo Franconi, il vicesindaco Alessandro Puccinelli, oltre agli assessori Mori e Belli, le massime cariche delle forze dell’ordine ma anche tanti commercianti, colleghi dei genitori.
"Lorenzo se ne è andato troppo presto – le parole durante l’omelia di don Martino, parroco del Romito, che ha concelebrato le esequie al fianco di don Massimiliano – ma adesso è venuta l’ora della prova, per noi, che siamo rimasti qua senza di lui. Come dice Gesù nel Vangelo "se il chicco di grano caduto in terra non muore rimane solo, se invece muore produce molto frutto". Tutti ora dobbiamo impegnarci per portare un frutto nella nostra società, nella vita di tutti i giorni". Poi, al termine della celebrazione, in tanti hanno voluto salutare Lorenzo con un messaggio dall’ambone della chiesa. "Caro Marco e Giuseppina – parla ai genitori un amico di famiglia –. Tenetevi stretti, teniamoci per mano, Lorenzo vuol vederci insieme nel bene. La vostra unione è così profonda che vi darà sempre una direzione". E poi le parole spezzate dalle lacrime della giovane fidanzatina di Lorenzo. "Quando ci siamo visti per la prima volta mi guardavi con gli occhi a cuoricino ed avevo paura, poi è iniziata la nostra relazione. Sei stato il primo che mi ha fatto capire cos’è l’amore". A nome di tutti gli insegnanti ha parlato il preside del Marconi, Pierluigi Robino, e quindi il sindaco Franconi.
"Spesso presi dalla frenesia ci dimentichiamo delle persone care – ha detto il primo cittadino –. Lorenzo è il figlio della nostra comunità e ci lascia la consapevolezza di dover dedicare più tempo e condividere più momenti con le persone vicino a noi fino a che ci sono. E da domani dobbiamo continuare a dimostrare questo senso di comunità restando vicini alla famiglia di Lorenzo". E poi tanti i ricordi anche dai ragazzi del catechismo, dall’allenatore Francesco Gasperini che ha spronato i compagni di Lorenzo a "non arrendersi ora ma a stringersi come squadra". Don Massimiliano ha poi chiuso sottolineando che "la nostra realtà è fatta anche di fragilità" e che "questo ritrovarci insieme e quello che ci consente di non sprecare la nostra esistenza". All’uscita dalla chiesa il lancio di tanti palloncini bianchi verso il cielo e gli occhi pieni di lacrime nel ricordo di Lorenzo.