Le terre avvelenate e le elezioni. Il keu potrebbe infiammare il duello

Sono attese a giorni le determinazioni della Procura ad un anno dall’atto di chiusura delle indagini. Il passaggio della fissazione dell’udienza preliminare potrebbe cadere nel cuore della campagna per il voto.

di Carlo Baroni

SANTA CROCE

Esattamente un anno fa l’atto di chiusura delle indagini. Poi, da quanto abbiamo appreso, nei mesi successivi, c’è stata la fase di rito degli interrogatori chiesti da alcuni indagati e della presentazione delle memorie. Ora potrebbero essere prossime le determinazioni delle procura distrettuale antimafia per ogni singola posizione, e la conseguente fissazione dell’udienza preliminare davanti al giudice. Passaggio, questo, che – calendario alla mano – rischia di essere celebrato in pieno clima elettorale. Il 2024 vedrà tantissimi comuni al voto. E tra questi anche quelli toccati, a vario titolo, dallo scandalo, nei quali il duello politico negli ultimi due anni è stato arroventato dagli sviluppo dell’inchiesta. Ma i tempi della giustizia, anche giustamente, non tengono colto delle scadenze elettorali. Stiamo parlando del Keu e delle indagini che nel 2021 travolsero il distretto della conceria del Comprensorio, che vede indagati esponenti di spicco e strutture chiave del comparto.

Al centro, per gli inquirenti, ci sarebbe stata una prassi abusiva consolidata: declassificare i rifiuti pericolosi e le ceneri dei fanghi di depurazione contaminati, facendoli figurare come se fossero rifiuti recuperabili nella lavorazione di materiali inerti per l’edilizia, così da consentire un occultamento dei rifiuti più inquinanti provenienti dal conciario (ceneri contaminate da elevate concentrazioni di cromo) e dal comparto orafo (fanghi contaminati da arsenico, boro e selenio). Nascevano così le "terre avvelenate" che sono finite a tonnellate in mezza provincia di Pisa e in Toscana. Il tutto frutto di un circuito, ritenuto collaudato e strutturato, che è rimasto incagliato nell’indagine che avrebbe scardinato la regia di un sistema oliato e finalizzato al traffico illecito di rifiuti e l’inquinamento ambientale. Ma l’inchiesta parla anche di corruzione in materia elettorale, di falso e di impedimento del controllo da parte degli organi amministrativi e giudiziari.

Un rosario di reati che gli inquirenti contestano, a vario titolo, nell’inchiesta a 25 indagati, tra questi anche politici e soggetti ritenuti collegati all’articolazione ‘ndranghetista dei Gallace di Guardavalle che aveva scatenato appetiti sugli appalti. Aspetto approfondito nell’inchiesta sinergica a quella del keu, l’operazione Calatruria che parla anche di associazione a delinquere finalizzata all’estorsione, illecita concorrenza con violenza e minaccia, ed altro. Lo scandalo keu, quando scattarono arresti e sequestri, mise sotto choc mezza Toscana, sconvolse il Comprensorio e imbarazzò la politica. Un ciclone che non è finito e con il quale i territori devono fare ancora tutti i conti.