di Ilenia Pistolesi
VOLTERRA
Il trapassato remoto non è una sfera di pensiero che orbita in chissà quale lontana galassia. L’evo antico è capace di consegnare in mano a tutti le chiavi per codificare il mondo. E, in maniera ancor più sensazionale, possiamo dire irresistibile, inocula domande, riesce a punzecchiare le coscienze, a pescare nelle acque di un mondo che cambia, immutabilmente. Ce lo insegna Cicerone, ad esempio, e lo fa in una lettera risalente al 45 a.C. In cui uno degli avvocati, pensatori e filosofi più celebri della storia, scrive dall’urbe a Quinto Valerio Orca (governatore di una provincia romana imperiale in epoca Cesariana) per farsi portavoce della questione volterrana, la lucumonia etrusca divenuta importante ‘municipium’ romano.
Ebbene, la lettera di Cicerone (la fonte è il professor Guido Migliorati dell’università Sacro Cuore di Milano, in una pubblicazione su Aevum), è un vero e proprio appello di più di 2 mila anni fa che è del tutto speculare agli Sos che oggi i politici, a vario grado, inviano nella capitale o dalla capitale. Pensiamo, un attimo, alla sanità, alla geotermia, o alla viabilità: la lettera di Cicerone su Volterra è ciò che oggi possiamo perimetrare come un comunicato stampa arrivato da Roma. E cosa turbava i sonni dell’allora console Cicerone sul municipio volterrano? La questione agraria. Perché su Volterra pesava una legge ‘ingiusta’, E Cicerone, che è stato anche una delle menti più scomode e illuminate non solo nella storia dell’antica Roma, decise, per i legami con la città e con la famiglia Caecina, di farsi portavoce del problema. E ecco cosa scriveva Cicerone in un Sos dal sapore moderno: "Ho un legame molto stretto con i cittadini di Volterra, poiché mi hanno mostrato grandissima gratitudine per i benefici che ho concesso loro; infatti, non mi hanno mai fatto mancare il loro sostegno, né nei miei onori né nei miei sforzi. Anche se non avessi alcun motivo per intercedere a loro favore, ti esorterei (l’appello è al governatore Orca) a prenderti cura delle loro sorti, soprattutto perché hanno ragioni importanti per rivendicare i loro diritti: in primo luogo, sono sfuggiti alla crudeltà dei tempi di Silla grazie alla benevolenza degli dèi immortali; in secondo luogo, sono stati difesi con grande impegno dal popolo romano durante il mio consolato.
Infatti, quando i tribuni della plebe promulgarono una legge molto ingiusta riguardo alle loro terre, riuscii facilmente a convincere il senato e il popolo romano a voler salvare quei cittadini che la fortuna aveva risparmiato. Questa mia azione fu confermata da Gaio Cesare nel suo primo consolato con una legge agraria, che liberò definitivamente le terre e la città di Volterra da ogni pericolo. Non ho dubbi che chi stabilisce nuovi legami voglia conservare i benefici precedentemente concessi". La politica si mastica da millenni: " Pertanto – scriveva Cicerone - ora passo a ciò che riguarda la richiesta. Mi renderai un grande favore se vorrai che i cittadini di Volterra rimangano salvi e incolumi in ogni aspetto: le loro case, le loro sedi, le loro proprietà e le loro fortune le affido alla tua fedeltà, giustizia e bontà". Giustizia per una comunità, e le richieste di Cicerone sembrano catapultarsi nell’Anno Domini 2023.