REDAZIONE PONTEDERA

La Società dei reduci alle patrie battaglie

Nel 1882 fu creata la speciale sezione Compagnia di pubblica assistenza

Negli anni ottanta del XIX secolo nacque a Pontedera la “Società dei Reduci delle Patrie Battaglie e Fratellanza Militare”. Essa aveva lo scopo di non far sopire lo spirito e gli ideali risorgimentali che avevano animato quei valorosi che si erano battuti affinché l’Italia fosse unita. La Società propagandò l’irredentismo e il culto della patria, che mantenne vivo con numerose cerimonie commemorative e raccogliendo chi, a vario titolo e in diversi periodi, aveva partecipato ai moti risorgimentali. Alla sezione di Pontedera che si distinse per l’accesa polemica anticlericale e razionalista, si affiancò nel 1884 la sezione di La Rotta, costituita “fra coloro che presero parte alle campagne del Nazionale riscatto e fra i militari che hanno fatto o fanno parte dell’Esercito”.

Lo scopo della società, che prevedeva anche “la mutua assistenza morale e materiale, la fratellanza fra tutti i soci, senza distinzione di gradi, di condizioni sociali o di principi politici” portò il 28 febbraio 1882 alla creazione di una speciale sezione denominata “Compagnia di Pubblica Assistenza”, che nel 1889 raggiunse l’autonomia aprendosi anche a coloro che non facevano parte della società promotrice, primo embrione dell’attuale Pubblica Assistenza di Pontedera. La Società dei Reduci delle Patrie Battaglie e Fratellanza Militare era ben inserita nel tessuto sociale della città, e pur mantenendo la propria individualità collaborava con le altre società di mutuo soccorso. Sempre attiva per ogni ricorrenza aveva un vasto seguito e le cerimonie che organizzava erano molto partecipate.

Una della personalità più importanti della Fratellanza Militare nel primo novecento fu Serafino Boschi. Attivissimo e stimatissimo in città, ricoprì importanti ruoli nell’amministrazione comunale, fu presidente dell’Ospedale “Felice Lotti” nel 1934 e a lungo presidente dei Reduci delle Patrie Battaglie. La Società continuò l’attività almeno fino allo scoppio della seconda guerra mondiale quando un altro conflitto bussò forte alle porte dei pontederesi.

Michele Quirici