La moda frena l’economia. Pelle e cuoio in sofferenza: "Cala anche l’offerta di lavoro"

La nota congiunturale sul quarto trimestre 2023 spiega cosa sta accadendo nel settore. Nella fotografia scattata dall’Irpet emerge l’aumento del ricorso alla Cig nelle aziende.

La moda frena l’economia. Pelle e cuoio in sofferenza: "Cala anche l’offerta di lavoro"

La moda frena l’economia. Pelle e cuoio in sofferenza: "Cala anche l’offerta di lavoro"

Momento difficile per il manifatturiero. Il lavoro arriva con il contagocce. La moda è in frenata e l’andamento di queste settimane nelle aziende della filiera della pelle rispecchia quanto fotografato dal rapporto Irpet sul quarto trimestre 2023. La fase ciclica dell’economia toscana, all’insegna dell’instabilità per le tensioni geopolitiche, resta ancorata al quadro nazionale, a sua volta contraddistinto da segnali di evidente debolezza", si legge nella relazione. L’onda lunga della crisi inflazionistica, "unita agli effetti negativi sulla domanda internazionale delle politiche monetarie restrittive adottate dalle principali banche e della debole dinamica salariale, ha colpito il sistema produttivo regionale, specialmente le sue specializzazioni più tradizionali come quelle legate al comparto moda". Che si è incagliato in quello che è il suo punto di forza: "le vendite estere, infatti, hanno visto indebolire la propria dinamica". Il riflesso è a catena.

Nel mercato del lavoro viene rilevato dall’Irpet un calo della domanda con la diminuzione degli avviamenti che si collega essenzialmente alla contrazione delle assunzioni nell’industria con intensità maggiore per il comparto della moda. Particolarmente negativi i risultati per le industrie del comparto – viene spiegato –: tessile, abbigliamento, pelle, cuoio e calzature che segnano nel quarto trimestre una perdita del -26% e del -14% nell’anno. Sempre riguardo il mercato del lavoro "l’industria conciaria continua a mostrare segnali di difficoltà con una leggera variazione negativa annuale, -0,4%, e una ben più consistente perdita, -2,4%, sul quarto trimestre 2022". Per gli altri settori della moda, con l’eccezione delle confezioni di abbigliamento, la congiuntura sfavorevole si osserva nelle variazioni del quarto trimestre che, seppure non negative, sono di entità estremamente ridotte. Un ulteriore segnale della congiuntura non favorevole, in particolare per il comparto manifatturiero, è rappresentato dall’importante aumento delle ore autorizzate di cig straordinaria e ordinaria tra settembre e dicembre. Un punto questo sul quale aveva richiamato l’attenzione, nei giorni scorsi, anche la Cgil con Loris Mainardi, segretario regionale Filcte: "Ci sono aziende che stanno finendo la Cig, e questo ci preoccupa tantissimo. Soffre la scarpa e soffre la conceria e poi anche la pelletteria che mostra segnali negativi dal maggio scorso". L’allerta è alta. E le previsioni non sono buone. Secondo alcuni analisti non si avranno segnali di ripresa concreta fino al 2025 e questo potrebbe avere ulteriore importanti ripercussioni sul mercato del lavoro e sui livelli occupazionali.

Carlo Baroni