di Carlo Baroni
"Mai usato metodi violenti sui bimbi", precisando che se in alcuni momenti ha brontolato era solo per spronarli. La maestra Filomena Ferrara (difesa dall’avvocato Cirillo), a giudizio con la collega Alessandra Caponi (assistita da Tovani e Lami), per presunti maltrattamenti alla scuola elementare Carducci di Santa Croce, non si è sottratta ad alcuna domanda ed portato con se – e sono stati prodotti – anche i disegni che una bambina le aveva regalato. Quella di ieri stato il giorno dell’udienza fiume con l’esame delle imputate che hanno avuto modo di difendersi davanti al giudice. La maestra Ferrara ha spiegato e argomentato in modo approfondito le difficoltà a gestire quella classe di 23 bambini e le continue richieste di aiuto che avrebbe rivolto senza esito sia alla dirigente, sia ai genitori. La maestra, oggi 65enne, ha ricordato e palrato dei bambini uno per uno, specificando che "se ho alzato la voce è per la complessità della gestione di quella classe", e pecisando di non aver mai avuto atteggiamenti vessatori.
La maestra Alessandra Caponi ha risposto all’esame riferendo che il metodo di insegnamento della maestra Ferrara era un po’ severo ma di non aver mai percepito una situazione di pericolo per i bambini "altrimenti sarei ovviamente intervenuta".
A domanda del giudice la Caponi ha risposto "talvolta mi sono sentita sola ad affrontare una situazione scolastica comunque complicata". La Caponi, quale insegnante di sostegno, ha affermato di ritenere di aver assolto positivamente il suo incarico come attestato dalla documentazione prodotta dalla difesa.
Ferrara – nel processo davanti il giudice Eugenia Mirani – deve rispondere anche del reato di lesioni. Per l’accusa, infatti, la maestra Ferrara poneva in essere nei confronti degli alunni atti di vessazione fisica e morale, in particolare "li colpiva con nocchini, li strattonava, li intimidiva battendo con forza la mano o una bacchetta sul banco". La maestra Caponi, invece, per l’accusa, non sarebbe intervenuta per fermare un clima, capace di ingenerare, secondo il teorema della Procura, uno stato di stress nei bambini.
Al centro delle precedenti udienze – pubblico ministero Flavia Alemi – ci sono stati i video registrati dalle microcamere del nucleo investigativo dei carabinieri, che per 39 giorni ripresero gli accadimenti nella classe ed i comportamenti delle due maestre documentando – secondo quanto ricostruito in aula dagli operanti di polizia giudiziaria – 50 episodi di nocchini e strattonamenti (il processo ne dovrà stabilire la rilevanza penale) di cui 46 riferibili alla maestra Ferrara e 4 alla Caponi. Il processo riprenderà il prossimo anno e davanti al giudice sfileranno i testimoni della difesa.